Ha passato la maggior parte dei suoi 75 anni sott’acqua, la chiamano Her Deepness, Sua Profondità. Americana, oceanografa, esploratrice marina, nominata dalla rivista Time primo “eroe del Pianeta”, Sylvia Earle ha iniziato negli anni Cinquanta con pionieri della subacquea come Jacques Cousteau e non ha più smesso: da allora ha guidato sommergibili, è stata a capo di spedizioni sottomarine per conto della National Geographic Society, ha fondato Deep Search, un’organizzazione no profit per la protezione degli oceani.
Vincitrice del prestigioso Ted Prize 2009, ha appena presentato negli Usa il suo ultimo libro The World is blue: how our fate and the ocean’s are one(ed. National Geographic), una dichiarazione d’amore, ma soprattutto un grido di allarme per quello che lei definisce il “cuore blu del pianeta”.
“Indipendentemente da dove viviamo, ogni respiro che facciamo, ogni sorso d’acqua che beviamo sono interconnessi alla loro esistenza. Gli oceani determinano il clima, stabilizzano le temperature, producono ossigeno: più del 70% dell’ossigeno nell’atmosfera è il risultato dell’attività fotosintetica di alcuni micro organismi marini. Per questo la tutela dei mari deve essere al vertice delle emergenze ambientali. Se si elimina la vita dagli oceani, la si elimina anche dalla terra. E cosa succederà? Immaginate Marte”.
da Io Donna, 12 dicembre 2009