A breve, dal 15 al 18 maggio, si terranno in Italia le elezioni amministrative per il rinnovo di sindaci, giunte e prefetti di molte città d’Italia.
Come si sa, il 12 Giugno, ci saranno altre votazioni. Questa volta riguarderanno dei referendum abrogativi su:
Per ora soffermiamoci ad analizzare un fatto evidente: le amministrative e i referendum sono stati scorporati, cioè si è scelto di non votare tutto nello stesso giorno. Questa scelta è stata fatta dal Ministero dell’interno, quindi dal governo Berlusconi.
La scelta di Scorporare il voto ha causato uno sperpero di 300 milioni di euro, circa i soldi erogati per il finanziamento del fondo unico per lo spettacolo.
Perché questa scelta così impopolare in un periodo di crisi economica? Naturalmente la risposta più ovvia è che si teme la partecipazione ai referendum in un periodo non ancora vacanziero. Se i referendum non raggiungono il quorum non sono validi.
Ma forse c’è un altro motivo. Chi sceglie di votare questi quesiti referendari per la maggior parte può essere categorizzato come oppositore del presente governo. Sono tutte norme introdotte dal Governo Berlusconi. Vista la scarsa popolarità del governo in questo periodo (per cause varie) non è forse più lecito pensare che la separazione delle date elettorali sia legata alla paura che oppositori del governo si recassero in massa alle urne rendendo palese la scarsa attrattiva che ormai l’elettorato di destra, passato a indeciso, prova per il PDL?
Una possibilità. Staremo a vedere. Che ne pensate?
Scritto da M.F.