Papa Francesco salito al soglio pontificio in pochi giorni ha già dimostrato di avere polso, carattere e dietro quei suoi modi gentili, un piglio carismatico.
In pochi giorni Papa Francesco ha spazzato via l’austera serietà tedesca del pontefice emerito che lo ha preceduto per lasciare spazio alla gioviale bonarietà di un papa di provincia, ci verebbe da dire. Un papa che sembra aver recepito meglio di tutti gli altri predecessori il significato del Concilio Vaticano II e tenta di metterlo in pratica con pedissequa fermezza.
Proprio questo ci rincuora e tanto. Perché sembrerebbe che Papa Francesco voglia dare più attenzione ai laici e levare dalla marginalità in cui sono oggi confinate le donne. Papa Francesco e le donne? Il suo pensiero, se così si può cogliere dopo soli pochi giorni, sembra essere rivoluzionario, ma di una rivoluzione non drastica, né drammatica, bensì gentile.
Ci fa ben sperare la scelta di una sobrietà tutt’altro che austera, ma benevolente, che emanano i suoi piccoli gesti:
predicare dall’abbone come un parroco qualunque;
la sua insistenza sull’essere “vescovo” di Roma prima che papa, atto che sottolinea il bisogno di avvicinarsi alla sua gente e di guidarla (non a caso è stato già definito “parroco del mondo”);
il desiderio di avvicinarsi e di incontrare i fedeli dopo la messa;
il linguaggio semplice, nel senso di colloquiale, con cui si avvicina alla predicazione e con cui si è affacciato la prima volta al mondo intero;
l’abbandono dei riti e degli orpelli che mettono tanta distanza tra i Sacri palazzi e i fedeli.
Speriamo quindi che questa rivoluzione gentile messa in atto da Papa Francesco e il suo desiderio di convertire la chiesa, di cambiarla e di applicare finalmente il Vaticano II a lungo rimasto solo sulla carta, si possa realizzare.
Certo rimangono sullo sfondo molti scandali che colpiscono e hanno colpito la Chiesa: pedofilia, vaticanleaks, IOR, Corvi e ora anche presunte connivenze di papa Francesco con le dittature che insanguinarono l’Argentina.