Meno male c'è #GammaDonna

GAMMADONNA 2014 
Dalle Start-up alle grandi aziende: i modelli di business vincenti di chi, contro la crisi, si reinventa

gammadonna2014 per fortuna che c'è

a cura di Melania Pecoraro 

melania pecoraro

Meno male che c’è Gamma- Donna. Sì, perché quando tu, donna trentenne, rimani tanto delusa dalle tue cape donne dopo un anno in cui hai dato tutto, sei felice di sapere che invece sulle donne leader c’è chi ci sta lavorando. E sui modelli virtuosi di azienda. Anche se la tua (ex) azienda propriamente non lo è.  dieci anni

“I modelli imprenditoriali emergenti”, questo il titolo del 6° Salone dell’Imprenditoria Femminile e Giovanile GammaDonna, svoltosi lo scorso 2 Ottobre a Torino presso il Campus universitario Luigi Einaudi, a 10 anni dalla nascita del progetto ad opera di Giuliana Bertin per Valentina Communication.  Un progetto che nel tempo si è evoluto ed è cresciuto, fi no ad essere oggi in grado di dettare delle best-practice al mondo dell’impresa. Qualcosa di molto concreto quindi, e ispirazionale: il Salone non è mai stato sede di rivendicazioni femministe o di elucubrazioni sull’eguaglianza fra i sessi, tema pure nobile…non è forse profondamente “giusto” che tutti abbiano le stesse opportunità di realizzarsi, avere successo, essere felici nella vita? Mi pare che sull’Égalité ci abbiano fatto pure una famosa rivoluzione. Ma come sempre alle donne non basta, devono dimostrare qualcosa di più. Ecco allora che ci teniamo – noi “GammaDonne” – a sottolineare che qui si parla di business, di casi reali, di modelli da cui imparare. Mettendo in risalto gli esempi di donne e giovani, risorse ancora meno presenti di quanto potrebbero e dovrebbero nel sistema produttivo italiano [Dati fonte Unioncamere].

Bello che i modelli virtuosi siano proprio loro, che le donne e i giovani trovino posto sul palco e non soltanto fra il pubblico con grossi occhi pieni di speranza. Nella sessione di apertura, introdotta da Mario Parenti, presidente dell’Associazione GammaDonna, abbiamo conosciuto professionisti che hanno saputo reinventarsi (tema principe del Salone 2013) e abbiamo capito come siano riusciti ad avviare #startup vincenti, creando un “oceano blu” e adottando modelli di business sostenibili: Enrica Arena di Orange Fiber, che ricava tessuti alla vitamina C dagli scarti delle arance; Valeria Castellino di PromUpped, piattaforma multi multilingue di Mobile Couponing, Walter Dabbico di Gnammo, piattaforma di Social Eating già piuttosto nota, e poi le start-up in campo sociale, dove le donne sono da sempre molto attive: Lucia Dal Negro di De LAB, che promuove progetti di filantropia strategica dedicati all’innovazione e al business inclusivo, Francesca Romana Gigli di Leeloo, rete innovativa di comunicazione ed informazione multimediale e Giulia Sateriale di Social Seed, un acceleratore di imprese sociali.

Comune denominatore a queste imprese di successo è l’uso sapiente di tutte le nuove tecnologie (dallo sviluppo web alle app mobile, ai social network), e un’organizzazione non gerarchica, con una ripartizione strategica di ruoli e mansioni secondo le necessità del business e della persona. Valorizzare la persona. Rispettare la persona intesa come risorsa da coltivare e mettere in condizione di dare il meglio, perché solo in un ambiente favorevole potrà contribuire alla crescita del gruppo di persone che formano l’azienda. Un’azienda fondata sulle persone: bello l’insegnamento che ci arriva da queste giovani start-up. Quindi, per estensione: se l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, e il lavoro è fondato sulle persone, l’Italia è fondata sul rispetto e la valorizzazione delle persone. Wow. Se fosse davvero così, credo proprio non ci sarebbe crisi che tenga. In un modo o nell’altro, si risorgerebbe, e alla grande.

gammadonnaevento

Troppe aziende invece considerano i collaboratori come meri numeri. Quanto avrebbero da imparare le grosse aziende dalle start-up! Mi piace questa inversione di prospettiva. Il giovane che insegna al vecchio. Persino il rispetto, concetto atavico e quanto mai alieno da tanti posti di lavoro. E parlo per esperienza. Non che il modello proposto sia quello del gruppo di amici che passa il tempo divertendosi. Le start-up di successo hanno business plan ben definiti, che spesso hanno conquistato la fiducia di investitori e venture capitalist. È giusto misurare il ROI di ogni singola azione e su ogni singola persona. Il punto è come farlo. Identificare i KPI (Key Performance Indicators) è fondamentale per qualsiasi azienda. Diventa però miope e fuorviante se si pretende di utilizzare gli stessi indicatori per tutto. Gli investitori lo sanno bene e, come ricorda sempre Gianluca Dettori, AD di dPixel e venture capitalist, il primo requisito di una start-up “papabile” di finanziamento è il team, e il suo piano di crescita. Ecco un altro messaggio per le grosse imprese italiane fossilizzate sul profitto con logiche fordiste: sareste in grado di conquistare un angel investor?

Il Salone GammaDonna vuole essere prima di tutto un luogo di dialogo e confronto. Dopo la carrellata di aziende “piccole e cattive”, entrano in gioco le istituzioni, a cui si chiede di dare risposte alle esigenze di chi si mette in proprio. E di realtà ce ne sono molte. Tante volte basta solo conoscerle, tante altre servirebbe una burocrazia più snella. Il tema della semplificazione emerge spesso, un po’ da tutte le sessioni del Salone, tanto che @GammaDonna_ pensa bene di twittarlo anche al premier Renzi.  Giusto per rinfrescargli la questione…

tweet a renzi

Dall’Assessore alle Attività produttive della Regione Piemonte Giuseppina De Santis al vice Sindaco della Città di Torino Elide Tisi, dal Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Torino con Silvana Neri fi no a Maria Lodovica Gullino, direttore di Agroinnova, l’incubatore di imprese agro-alimentari di UniTo: tutte queste donne leader parlano di iniziative e progetti atti a promuovere l’imprenditoria in tutte le sue forme, di spazi di coworking di confi di, con uno sguardo alla legislazione italiana al progetto europeo Be-Win – Business Entrepreneurship Women In Network. Good to know, e che parta il networking, altro punto forte di GammaDonna inteso come evento aggregante. Parlatevi, conoscetevi, condividete esperienze, competenze e aspirazioni. Dalla Community online agli incontri di persona: il Salone GammaDonna è l’espressione di quell’ “all-line” in cui si parla di fare impresa, innovazione, percorsi di carriera, conciliazione, nuove best-practice aziendali… e si costruiscono relazioni vincenti.

 

gammadonna tweet

 

La comunicazione

valentina comAltro tema quanto mai dibattuto ma sempre cruciale per qualsiasi business, sia nel senso di comunicazione interna, sia come comunicazione esterna (immagine, promozione, pr, pubblicità). Il primo punto è stato il focus dell’Atelier Creativo d’apertura organizzato da Valentina Communication con l’esperto di innovazione Giampaolo Rossi presso il Teatro Regio di Torino nel pomeriggio del 1° Ottobre. Attraverso la metafora musicale una cinquantina di manager d’azienda hanno esplorato il tema del REinventarsi in un’attività in cui obiettivi individuali e collettivi coincidono. Per quanto riguarda la comunicazione intesa come promozione di un brand, di un prodotto o di un’iniziativa, illuminante è stato il workshop conclusivo, sempre a cura di Valentina Communication e condotto da Rossi: “Comunicare il R-innovamento”. Marchi con una lunga tradizione alle spalle hanno raccontato la propria capacità di reinventarsi e di evolvere, in relazione ai cambiamenti del mercato e delle richieste del pubblico. Fra carrellate di spot tv dagli anni ‘70 ad oggi e i racconti del dietro le quinte di imprenditori di seconda generazione, abbiamo appreso i “segreti” di brand come Aurora, K-Way, Ferrino, Acqua Sant’Anna, Studio Torta per Geox: creatività, export, comunicazione digitale, rinnovamento della catena del valore. Sul palco anche Vodafone per l’iniziativa First con J-Ax e Microsoft Italia con il progetto Digitali per Crescere. Storie di successo trasformate in vignette sotto la penna creativa di Alessandra Nigro: lo #storytelling prende vita. E quando Germano Paini, responsabile del Progetto Innovazione di UniTO, per indicare la durata di un lavoro parla di “ore donna-uomo” la fiducia sulle possibilità concrete di cambiamento aumenta.

Mi piace. Facciamo sapere quante cose belle ci sono – prodotti e servizi – e le buone pratiche di aziende virtuose. Ma facciamo sapere anche quali sono le cose che non vanno, urliamo al mondo che siamo stufi di certe bad practice miopi ed avvilenti: solo così porteremo il seme del cambiamento. Il Salone GammaDonna, come ricorda il presidente Mario Parenti in conferenza stampa, si propone ogni volta come un grande Laboratorio, assieme ai i protagonisti dell’economia creativa del nostro Paese. Ecco dunque nel pomeriggio del 2 Ottobre i 4 Lab sui temi caldi emersi dall’Osservatorio GammaDonna dopo l’analisi dei casi pervenuti al Comitato di Progetto: #SharingEconomy – la condivisione come fattore di sviluppo; #Socialinnovation – sull’innovazione sociale e sostenibilità ambientale come motore di crescita; #Finanziamenti innovativi – investimenti, knowhow e network; #Digital- Economy, sulle nuove tecniche di fabbricazione e di vendita online.

Marcatamente interattivi, questi laboratori hanno visto una grande partecipazione di pubblico ed il coinvolgimento di moltissimi interlocutori d’eccezione, provenienti dal mondo dell’impresa, della finanza e delle istituzioni. Solo per fare alcuni nomi: Matteo Sarzana di Zooppa, Andrea Di Benedetto 3Logik MK e Polo Tecnologico di Navacchio, Aurelio Balestra di ToolBox, Giancarlo Rocchietti del Club degli Investitori, Angelo Rindone di Produzioni dal Basso, Alice Valenti di Uber e Claudio Bedino di Starteed. Davvero tante le riflessioni emerse, che possiamo provare a riassumere attraverso gli (altri) hashtag che ne hanno seguito gli sviluppi su Twitter: #Reinventarsi #Autenticità #Fiducia #Capitalismo- Relazionale #CrowdFunding #StartupSostenibili #Angelnvestor #CulturaInnovazione #Tecnologia #BisogniReali #ConLaCulturaSiMangia #Sburocratizziamo.

Sulla Social Innovation, un ricordo commosso ad Alberto D’Ottavi, che avrebbe dovuto intervenire con l’esperienza di Fashion Technology Accelerator, ma è scomparso prematuramente pochi giorni prima del Salone. Quale conclusione, quindi, per un Salone tanto ricco di spunti, se non un Aperitivo Virtuale, a cura dei Mangiatòri? un gruppo di attori diplomati al Teatro Stabile di Torino, la cui filosofi a si sposa perfettamente con lo spirito di GammaDonna: “Rinnovare il piacere della letteratura in un momento storico in cui potersi fermare è un lusso, ascoltare un lontano ricordo e concedersi di pensare un’utopia”. Mai fermarsi, dunque, ma RE-inventarsi. Certamente un appello corale al “poter fare”, che GammaDonna, come Associazione attiva sul territorio, ha fi n da subito raccolto ponendosi l’obiettivo di formulare proposte di intervento, concrete e condivise, sul fronte burocratico, formativo, fi scale, da sottoporre agli enti competenti del sistema economico ed istituzionale.

 

“Se vuoi andare veloce, cammina da solo. Se vuoi andare lontano, cammina insieme.”
Proverbio africano
 

 

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