In Italia, ma anche in altri Paesi europei come la Germania, uno dei problemi essenziali per le mamme che hanno appena avuto un figlio è reinserirsi nel mondo del lavoro.
Ancora oggi molte donne italiane non ancora sposate, o che non hanno ancora avuto la gioia di un bimbo, corrono il rischio di vedersi sbarrate le porte di un buon posto di lavoro perché pochi datori di lavoro si prenderebbe in carico una donna che può rimanere a casa per sei mesi e più.
In attesa di un cambio di mentalità e di cultura, una possibile soluzione è quella di lavorare e allattare, come spiega benissimo nel suo libro dal titolo “Lavoro e allatto” Tiziana Catanzani donna e mamma che, dopo la seconda bambina ha iniziato a occuparsi di assistenza all’allattamento in vari modi.
Fa parte per esempio dell’associazione Leche League Italia. Ha ottenuto il diploma IBCLC e quello di Mother Assistant. Ha fondato l’associazione “Nascere in casa Umbria”.
Insomma, un po’ d’esperienza sul campo se l’è fatta. E cosa racconta nel libro “Lavoro e Allatto”? Ci dice che,conoscendo alcune fondamentali regole, è possibile ovviare a disguidi e difficoltà legati al problematico momento dell’allattamento, fondamentale per la crescita del neonato, ma anche molto stressante per la madre.
Non solo, ma nel libro si risponde a quesiti che interessano un po’ tutte le mamme che vogliono tornare al lavoro.
- Posso tornare a lavorare tre mesi dopo la nascita del bambino e continuare ad allattarlo?
- Come faccio a tirarmi il latte sul posto di lavoro?
- Il latte materno può essere conservato?
- Il biberon è necessario?
- La legge italiana sostiene in modo concreto la mia scelta di allattare?
Un vademecum intelligente per le donne che vogliono lavorare e allattare.