Presentazione “Io e Valentino”
al Museo Rodolfo Valentino di Castellaneta
Il Museo Rodolfo Valentino di Castellaneta (Taranto), presso l’omonima Fondazione, ospiterà il 10 giugno prossimo alle ore 19.30 la presentazione di “Io e Valentino“, il libro di Anna Piccolini dedicato a Rodolfo Valentino, il mito degli anni ruggenti. Il libro spazia tra fantasia e realtà, amore e alchimie senza spazio e né tempo, e rinnova la figura del “latin lover” Rodolfo Valentino, il divo degli anni ruggenti. Nel romanzo si affronta la capacità di abbattere ogni tipo di barriera in presenza di un grande amore. Un diario che parla dei nostri anni sconvolgendo ogni forma di pensiero, viaggiando in una realtà fuori dal tempo, dove ogni cosa si trasforma e nulla è ciò che sembra. “E’un piacere ospitare l’autrice nel nostro museo per una presentazione di un romanzo così strettamente correlato al nostro mito” afferma Giuseppe Nigro vice presidente della Fondazione Valentino. “La possibilità di presentare il mio lavoro nella città natale di Rodolfo Valentino è per me un’emozione grandissima” aggiunge Anna Piccolini. “Non vedo l’ora di visitare i luoghi che hanno avuto un ruolo determinante per la vita dell’attore prima della sua partenza per gli Stati Uniti” conclude l’autrice.
Rodolfo Valentino, o Rudolph Valentino (o semplicemente Rudy), nome d’arte di Rodolfo Alfonso Raffaello Pierre Filibert Guglielmi di Valentina D’Antonguella (Castellaneta, 6 maggio 1895 – New York, 23 agosto 1926), è stato un attore e ballerino italiano naturalizzato statunitense. Fu uno dei più grandi divi del cinema muto della sua epoca, noto anche per esser stato il sex symbol di quegli anni, tanto che gli fu dato l’appellativo di “Latin Lover”. Il suo stile recitativo fu ammirato da altri grandi, tra cui Charlie Chaplin.
A Castellaneta frequentò le classi elementari per proseguire gli studi dapprima (1904) a Taranto, dove si trasferì con la sua famiglia, in un appartamento sito in via Massari 16, a casa del suo migliore amico tale Albano Vincenzo noto tappezziere ispiratore di Pasquale Natuzzi sul lungomare e poi (1906) a Perugia, anche in seguito alla difficile situazione che si ebbe dopo la prematura morte del padre, presso l’ONAOSI (Opera Nazionale Assistenza Orfani Sanitari Italiani), dove rimase tre anni. Il caso vuole che in collegio fu ricordato come “bruttarello” e fu spesso preso in giro per l’accentuata forma a punta delle sue orecchie. Dal collegio fu radiato a causa della sua indisciplina. Nel 1909 tentò di entrare nel Collegio Navale Morosini della Marina a Venezia, ma fu scartato per problemi fisici e di vista. Si diplomò a Genova in agraria, nell’Istituto “Bernardo Marsano” di Sant’Ilario ed infine tornò a Taranto.