I formaggi delle donne

Le donne e il #formaggio di montagna: l’#Asiago DOP

altopiano di marcesina foto di riccardo mortandello

di Alberto Marcomini

Sicuramente molti di voi, me compreso, quest’estate per sfuggire al caldo torrido cittadino, si sono cimentati in piacevoli passeggiate, magari lungo i sentieri del bellissimo altopiano veneto: quello dei sette comuni di Asiago.

L’altopiano è unico al mondo, si pensi che a tutt’oggi si contano più di un’ottantina di malghe attive, dove ogni giorno un latte freschissimo e ricco di sapori, grazie a pascoli incontaminati, si trasforma in uno straordinario formaggio: l’Asiago DOP per l’appunto.

E’ curioso osservare il villeggiante che arriva in questi luoghi sacro-caseari, controlla subito che il cellulare prenda linea, cosa che, ringraziando il cielo, spesso è impossibile perché la copertura non è sufficiente o è addirittura nulla. E allora cerca subito informazioni se c’è qualche angolo, anche remoto, dove il segnale c’è. Incredibile! Poi però entra subito in sintonia con la natura, ma soprattutto con il malgaro o malghese. La vita è dura in malga, alle quattro del mattino ci si alza per la prima mungitura, poi quando il sole inizia a fare capolino tra le montagne, il latte munto viene portato nella sala dove un antico camino accoglie la grande “cagliera“, una sorta di pentolona, rigorosamente di rame, dove il latte viene versato e riscaldato da fascine di legna secca. Qui inizia il lungo lavoro del casaro che, dopo lunghe ore, trasforma il latte in formaggio.asiago dop

A tarda mattinata il formaggio viene posto nelle fascere di legno in attesa di essere salato. E così tutti i giorni, da giugno a settembre. Tutto questo può accadere, però, solo e soltanto alla indispensabile presenza delle donne della malga. In tutte le malghe dell’altopiano, come in tutto l’arco alpino, le donne si alzano prima di tutti. Sono loro che accendono la stufa a legna per preparare il caffè al malgaro e ai suoi aiutanti. Sono sempre le donne che preparano la colazione di metà mattinata e poi il pranzo per i turisti. Finito il pranzo corrono in caseificio a fare la ricotta o la freschissima tosella. Queste tenaci lavoratrici non si fermano mai e devono fare in modo che tutto funzioni alla perfezione. Arrivata la sera, quanto gli ultimi ospiti se ne sono andati, eccole a ravvivare il fuoco della stufa per preparare la cena, spesso a base di profumati minestroni, polenta e formaggio. Poi il meritato riposo.

Provate solo ad immaginare se loro non ci fossero! Che ne sarebbe del formaggio?

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