Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere. Stereotipo o realtà?

di Eleonora Mauri

 

Che tra uomini e donne ci siano delle differenze è biologicamente vero e universalmente riconosciuto. Ma lungi dal fare della discriminazione, le differenze di cui vogliamo parlare in questo articolo sono legate al mondo delle relazioni interpersonali e della comunicazione, sia col partner che al lavoro. Ne parliamo con Tea Camporesi, consulente di carriera.

Tea_Camporesi

Uomini e donne sono davvero differenti?

Il dibattito è sempre aperto, e personalmente sono una sostenitrice della differenza di genere: uomini e donne non sono uguali fisiologicamente, hanno un passato storico diverso, e questo si ripercuote sul modo di essere, di pensare, di affrontare la vita. Questo naturalmente non significa che un sesso sia migliore dell’altro o debba avere più diritti dell’altro, ma semplicemente che sono diversi e possono arricchirsi a vicenda, proprio grazie alle loro differenze, invece di rinchiudersi negli stereotipi.

In cosa la comunicazione al femminile di distingue da quella maschile?

Gli uomini tendono a essere più semplici e diretti, a focalizzarsi sul problema: se c’è una cosa che non va, parlano di quella e basta. Noi donne invece siamo più contorte e “globali”. Contorte, perché non andiamo dritte al dunque, ma giriamo intorno alla questione, aspettandoci che l’altro capti i nostri segnali e ci arrivi da solo (ma gli uomini non sono molto intuitivi e faticano a entrare e capire questa dinamica). Globali, perché una cosa che non va tende in genere a tirarsene dietro altre 100: un calzino fuori posto degenera in piatti non lavati, ritardi cronici, disinteresse per i figli, calcetto del giovedì…dando la stura a tutti i malesseri presenti e passati, passiamo per lamentose incontentabili…e il calzino resta sempre lì. In ambito lavorativo, poi, questo schema diventa ancora più complesso, perché i rapporti sono sentiti (spesso dalle donne stesse) come meno paritari.

Quindi, come parlare con un uomo per farsi capire e ottenere il risultato che desideriamo?

Cercare il più possibile di parlare la sua lingua, esattamente come faremmo con uno straniero: dire direttamente quello che non va, in quel momento. Una cosa per volta, in termini chiari, motivando chiaramente la richiesta anche a suo vantaggio: “metti tu a posto i calzini per favore, così io posso preparare la cena con più calma” (sottotitolo: così viene meglio e anche tu sei più contento).

E nella comunicazione con le altre donne, come gestire le possibili conflittualità?

Il problema maggiore nella comunicazione tra donne è data proprio dalla presenza di retropensieri in entrambe e dalla tendenza a non parlarsi mai del tutto apertamente. Questo deriva dal condizionamento secolare di essere “appendici” degli uomini: sono gli uomini che combattono (negoziano, protestano, controbattono, propongono), le donne stanno nelle retrovie, guardando di traverso le donne nemiche. E’ chiaro che le cose sono molto cambiate negli ultimi decenni, ma non siamo ancora del tutto avvezze a gestire da sole, in modo indipendente, i nostri conflitti, e perfino a sentirci a nostro agio ad avere dei conflitti; quindi tendiamo a evitarli o a tenerli nascosti (facendoli lievitare e rovinandoci la vita), invece che affrontarli con chiarezza.

Quanto influiscono i problemi di comunicazione nella carriera femminile e come risolverli?

Moltissimo: le donne tendono a non comunicare le proprie idee e proposte o evitano di combattere per portarle avanti, perché l’ambizione è sempre stata una caratteristica positiva solo negli uomini. Le donne tendono a non intervenire nelle riunioni perché addestrate a stare in disparte; le donne tendono a subire e a non protestare per le ingiustizie, perché le battaglie sono cose da uomini. Tanti freni alla carriera femminile sono proprio le donne stesse a porseli, evitando di comunicare in modo chiaro e concreto richieste, proposte, bisogni, alternative. So che tutto ciò rischia di rendermi impopolare, ma troppo spesso, lavorando con e tra le donne, mi sono resa conto che sono loro le prime a considerarsi non diverse (come effettivamente sono e dovrebbero sottolineare), ma inferiori (cosa che assolutamente non sono), dandone la colpa sempre solo agli uomini, scaricando la responsabilità. Il consiglio è dunque quello di osare, di abituarsi a comunicare verbalmente, con il soggetto “io”, il verbo al presente “penso, desidero, suggerisco” e complementi chiari ed espliciti.

Se le nostre lettrici volessero rimanere in contatto con te, come possono farlo?
Visitando il mio sito: www.consulenzadicarriera.com o contattandomi direttamente via mail: contatti@consulenzadicarriera.com

 

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