Se non ora quando stupisce tutti alla conferenza stampa. In linea con chi chiedeva, dopo la mobilitazione, di appoggiare qualcosa di più concreto, il comitato permanente lancia l’idea: “Riprendersi la festa dell’8 Marzo”.
Non più in piazza e niente più mimose. La coccarda rosa sarà il simbolo della festa dell’8 Marzo. Il movimento sceso in piazza il 13 febbraio intende difendersi da chi lo ha accusato di pazialità e di inutilità attraverso la sensibilizzazione culturale e una serie di richieste e prospettive anche politiche.
Numerose le iniziative per il festeggiamento dell’8 Marzo: donne torinesi per esempio porteranno le loro bandiere di Se non ora quando alle sorelle della locride che combattono la mafia con coraggio. Altre a Roma organizzeranno alcuni punti di presenza con l’intento di sensibilizzare sui temi fondamentali e sulle battaglie per i diritti:
- Per il lavoro, prima di tutto con attenzione particolare alle donne, mamme e lavoratrici, e alle precarie, fra le categorie più svantaggiate d’Italia.
- E poi politiche a sostegno della famiglia: asili aziendali, sostegno statale per mamme precarie, riconoscimento del periodo di paternità e così via.
Concretezza, quindi. Ma non va dimenticata la battaglia culturale per difendere la dignità della donna che sta a monte di ogni ulteriore politica attiva. Il sogno è quello della parità ottenuta senza quote rosa, nè in politica, nè nel mondo del lavoro, ma che, forzatamente, vista l’arretratezza del nostro Paese, passa attraverso le quote di genere.
Ed ecco allora il simbolo della coccarda rosa che rimane l’alternativa per fare dell’8 Marzo una festa non da fioristi, ma da donne. Riprendiamoci la nostra dignità, riprendiamoci l’8 Marzo.
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