Corriere della Sera – 29 giugno 2010: Intervista a Esther Duflo – “Lo sviluppo è donna ma non ha tutele. Basta ritardi, adesso servono le quote”
Se il mondo fosse guidato dalle donne, probabilmente vivremmo tutti meglio, soprattutto le donne, ancora oggi discriminate, non solo nei Paesi emergenti. Quando è stato dato loro potere politico ed economico, le donne hanno dimostrato di essere «meno corrotte e più attente al benessere della famiglia», sostiene Esther Duflo, 37 anni, economista francese esperta di sviluppo.
Una donna. Anzi, una superdonna: studi a Parigi, PhD al Mit di Boston, dov’è professore associato di Economia (con cattedra) da quando ha 29 anni, e una lunga lista di premi che includono la John Bates Clark Medal, assegnata al miglior economista sotto i4o anni, e la Mac Arthur Fellowship, nota anche come la Borsa di studio dei geni (goo mila dollari senza alcun vincolo).
E oggi Esther Duflo inaugurerà le «Bocconi Lecture», con una conferenza su uguaglianza di genere e sviluppo economico, alle 18:30 nell’aula Perego dell’ateneo milanese in via Sarfatti 25.
Madame Duflo, che progressi vede? Quante donne mancano all’appello, secondo la celebre definizione coniata dal Nobel Ainartya Sen per spiegare la minore proporzione dl donne, «missing women» appunto, che ci si aspetterebbe nei Pvs se non fossero discriminate?«Si stima che siano tra i 6o e i 1oo milioni, ma non c’è un vero miglioramento: la mortalità è diminuita, per sono aumentati gli aborti selettivi, quando si scopre che il nascituro è femmina».
Quali sono i maggiori ostacoli all’uguaglianza dl genere?«La pressione dei genitori, che continuano a preferire i maschi, e le strutture sociali inade guate, come le leggi».
Il fatto che molti Paesi poveri siano guidati da uomini trena l’uguaglianza?«Senz’altro. I leader maschi sono la causa e allo stesso tempo la conseguenza della disuguaglianze di genere. Se le donne fossero al potere la loro vita migliorerebbe».
Che relazione c’è tra sviluppo economico e uguaglianza tra I sessi?«Esiste una relazione profonda. Da un lato lo sviluppo pu dare una torte spinta a ridurre la disuguaglianza tra uomini e donne; dall’altro perpetuare la discriminazione contro le donne ostacola lo sviluppo. In altre parole dare potere alle donne, cioè offrire loro accesso a diritti universali, come la salute, l’istruzione, il lavoro, la proprietà, la partecipazione politica, il cosiddetto gender empowerment, accelera lo sviluppo. Ma lo sviluppo da solo non basta. Cina e India hanno il maggior numero di missing women. Ma la straordinaria crescita cinese non ha migliorato la situazione».
Di quali azioni c’è bisogno per cambiare le cose?«Servono soluzioni dirette, per legge. In India, ad esempio, è vietato determinare il sesso del nascituro. O attraverso incentivi per favorire l’istruzione delle bambine. Come in Bangladesh, dove i genitori ricevono una borsa di studio se mandano le figlie a scuola. Quanto alla politica, sono utili le quote, che esistono in molti Paesi, incluso in alcuni villaggi indiani».
Quanto costa la disuguaglianza?«Immaginiamo che un Paese sia una crostata: dare una fetta pi piccola alle donne è moralmente inaccettabile. Ma dare tutto il potere agli uomini alla li- ne rimpicciolisce la torta, perché le donne contribuiscono alla crescita. Abbiamo osservato, ad esempio, che quando le donne ricevono trasferimenti di denaro, i fondi sono spesi per il benessere dei bambini. E in politica, a livello locale, le donne hanno dimostrato di essere meno corrotte».
di Ferraino Giuliana
da www.lametaditutto.com