Su sky e Cielo va in scena il confronto televisivo tra i copetitors alle primarie del centrosinistra: vera outsider e rappresentante delle donne in politica nel PD Laura Puppato.
Prima che Renzi costringesse il PD a cambiare lo statuto sulle primarie, l’idea di concorrere per il posto da candidato “premier” o leader di coalizione non le era neppure balzata in mente. Laura Puppato si presenta così, come vera outsider della competizione alle primarie del centrosinistra, con una campagna elettorale breve, low-cost, e, come dice lei, soffocata da un burqua mediatico.
Capogruppo del PD in una regione che per tradizione non ha mai avuto molto interesse per la sinistra, il Veneto di Luca Zaia, sente forse spirare un vento di cambiamento nel partito e in Italia. Forse perché il PD, dopo tutte le bufere che hanno colpito la politica a livello locale e nazionale, sembra essere l’unico grande partito rimasto in piedi nell’epoca del declino del berlusconismo e che oggi potrebbe vantare un appeal fra gli elettori del 30% (secondo recenti sondaggi).
Per forza di cose le idee politiche di Laura Puppato risentono del substrato culturale da cui proviene: una regione che fino a poco fa era la locomotiva d’Italia, con piccole e medie aziende che oggi hanno iniziato a investire nella green economy e che poco tempo fa hanno rischiato di vedere annullati i rischi intrapresi per l’eliminazione degli incentivi statali. E allora eccoli i principi cardine della sua campagna:
- Green-economy anche per le industrie;
- Investimenti in infrastrutture minori: inutile puntare sulle grandi opere quando in Sicilia c’è una rete ferroviaria che risale al 1800, meglio puntare sul pareggiare il gap nel Paese;
- Una politica veramente al servizio del cittadino e non del mondo finanziario o all’insegna del personalismo.
Questi i punti essenziali che poterà avanti senza poi tralasciare quello più importante: la figura della donna in politica. Sì, perché la Puppato sembra essere proprio l’emblema di come le donne vengono viste nel nostro Paese a livello dirigenziale. Tanto per fare un parallelo: le donne imprenditrici nel nostro Paese sono aumentate moltissimo. E le loro aziende sembrano essere quelle che chiudono meno in Italia. Peccato però che siano spesso aziende piccole o a gestione familiare senza troppi orizzonti e che rimangano per lo più nell’ombra.
Lo stesso vale per le donne nella politica: dal fatidico 11 febbraio 2011 quando esplose il movimento delle donne di SNOQ, la politica si è accorta che ci sono anche le donne nella società civile e che anche loro hanno un peso. Vogliono iniziare a farlo sentire e a mettere in posti chiave loro rappresentanti.
La Puppato è oggi il vero outsider: è pacata ma energica. Qualcuno la potrebbe definire provincialista, a noi piace più glocale. Punta molto sull’ecologia senza essere intrisa delle sovrastrutture dettate da vecchi stereotipi comunisti come Nichi Vendola. Insomma, ha un modo di fare politica davvero femminile. Pratico e di basso profilo. Snobbata dai media perché poco mediatica e snobbata dal partito perché troppo regionale e slegata dai “poteri forti”. Se si aggiungono i punti del suo programma che, in Italia, hanno il sapore dell’utopia è facile fare un pronostico.
Non perdetevi comunque il confronto televisivo della Puppato su Cielo alle 20.30 e su Sky.