Cosa sta succedendo nella politica italiana? Vediamolo insieme e cerchiamo di capire cosa accade in questo caos nostrano.
Ieri al Senato il Governo è andato sotto su due emendamenti presentati dalla maggioranza. Uno era un punto fondamentale e riguardava la legge anti-corruzione.
Ricordate lo scandalo del terremoto all’Aquila e degli appalti del G8 in Sardegna? Ricordate i proclami del governo in merito? Del tipo: “Subito una legge anti-corruzione”. Quella legge è ancora lì che gira, a due anni dallo spot che l’aveva lanciata. Passata di commissione in commissione e di cassetto in cassetto, questa con molta calma è finalmente rispuntata in superficie ieri.
La maggioranza voleva far approvare una norma con la quale si faceva dipendere l’autority di vigilanza sulla corruzione negli appalti direttamente dal governo. Un emendamento delle opposizioni ha bloccato il disegno di legge. (per saperne di più) Centro sinistra e centro sostengono il bisogno dell’indipendenza di questa autority.
La Lega manda un messaggio forte agli alleati del PDL quando si rifiuta di votare una norma che pretende di far giurare i dipendenti pubblici sulla costituzione. Messaggio chiaro visto che il PDL vota a favore della norma.
E poi continuano le schermaglie a livello territoriale. In Veneto il governatore Zaia ha le sue belle gatte da pelare, dal momento che il Governo ha ridimensionato gli aiuti per gli alluvionati di novembre: non più 300 milioni di euro come promesso ma la metà. Il resto per le opere pubbliche di riassesto idro-geologico. Vale a dire bacini per far defluire le acque dei fiumi in caso di piogge intense.
E che la maggioranza sia traballante lo dimostrano non soltanto le sconfitte del Senato di ieri, ma anche le indicazioni di voto per il referendum di Domenica 12. Mentre Bossi dichiara che non andrà a votare, i “compagni” di partito veneti affermano che voteranno almeno tre o due sì. Si sa che in Veneto si sono investiti molti soldi in green-economy ed energia alternativa e che si è contrari al nucleare. Molti nella Regione roccaforte del Carroccio inoltre vedono con preoccupazione l’entrata nella gestione della rete idrica nazionale dei privati. Si teme che succeda come è accaduto per le Autostrade, dove, a parere di molti, a fronte di zero investimenti in infrastrutture si sono triplicati i costi per gli utenti.
Insomma, crisi non solo dentro la coalizione, ma anche dentro la Lega che vacilla. Difficile tenere il piede in due staffe: in quella dell’elettorato che chiede da sempre meno tasse, meno sprechi, eliminazione province e politiche per il territorio e in quella dei coalizzati pidiellini che da sempre chiedono più accentramento e intanto spendono e spandono tra donne, donnette e appalti truccati.
La sconfitta delle amministrative ha lasciato un segno indelebile. E non c’è vertice di partito che tenga quando l’elettorato è deluso e scontento. Tanto più che appare sempre più grigio lo scenario post-Berlusconi all’interno del PDL con un Alfano scialbo e poco carismatico, incapace di raccogliere il consenso del centro-destra e un Tremonti, favorito dalla lega, ma inviso agli elettori per via della politica economica lacrime e sangue con tagli trasversali e aumento delle tasse propugnata. Cordoni della borsa troppo stretti e tasse, ed elezioni, non sono mai andati d’accordo in Italia.
Come andrà a finire? Fate voi le ipotesi.