L’Italia, sempre più minacciata dalla crisi dei mercati finanziari, è incredibilmente danneggiata da una classe politica attenta solo agli interessi di palazzo.
Proprio mentre si prepara la grande mobilitazione della Rivoluzione Gentile e del treno delle donne verso Montecitorio, ci si rende conto del reale bisogno di un immediato ricambio della classe dirigente di questo Paese. In questi giorni sta succedendo di tutto.
Tremonti è sotto il tiro della macchina del fango, come ormai si chiama la stampa in Italia, dei giornali fedeli al Cavaliere che vuole usare la leva giudiziaria per esautorare il Ministro dell’Economia. Operazione poco lungimirante se si pensa che a causa della perdita di consenso di questo Governo lo Spred, ossia il differenziale tra i tassi dei bund tedeschi e dei titoli di stato italiani, è ormai giunto a 330 punti. Indebolire ulteriormente il governo minando la stabilità del Ministero dell’Economia sembra operazione un po’ azzardata. Dopo che la Deutsche Bank ha venduto sette miliardi di euro in titoli di stato italiani spendendo l’equivalente per tutelarsi con una sorta di assicurazione che la difenda sul rischio di insolvenza dei titoli rimanenti, la fiducia che i mercati sembrano avere nel nostro Paese scende ancora più drasticamente.
Intanto in Parlamento il neo-ministro di Grazia e Giustizia Nitto Palma propone, udite udite, non più il “processo breve” ma una norma che allunghi ulteriormente i processi: ecco che arriva il “processo lungo” (che è passato mentre scriviamo al Senato grazie alla Fiducia chiesta dal Governo Berlusconi). A questo punto siamo oltre le comiche finali. Non c’è più decoro e tanti difendono l’indifendibile. Molti politici italiani sono così sfacciati da negare l’evidenza e altri invece impettiti sembrano essere lì per dire “Così è se vi pare” ai poveri italiani che faticano ad arrivare all’ultimo del mese (e sono sempre di più) e che si aspetterebbero di veder discutere problemi più importanti come il benedetto rilancio economico e politiche per le imprese.
La riforma della giustizia, per quanto urgente, cede il passo di fronte alla crisi che attanaglia le fasce medie e basse della popolazione. Così come irrita non poco vedere la lega dimenarsi per un pizzico di consenso in più fra le acque putride dell’arrocco politico per avere i “Ministeri a Monza”, a Monza? Probabilmente in questo Paese stiamo dando i numeri.
E non ultima questione irritante è quella del ministro della Pubblica Amministrazione Brunetta. Ieri per l’ennesima volta lo si è sentito dare dei cretini a dei contestatori. Certo, le offese sono il suo pane quotidiano, ma probabilmente dovrebbe rifare i conti quando dice di avere il consenso di 60 milioni di italiani. Sono finiti i tempi di quell’arroganza politica.
E se i politici non si accorgono dei tempi che cambiano, qualche volta sono i cittadini a dimostrarlo loro. Infatti ieri a Parma 500 manifestati sono piombati al palazzo comunale e hanno sfondato le porte facendo scappare il sindaco. Quest’ultimo è coinvolto in un grave scandalo assieme alla sua giunta di malaffare e malversazione. La folla chiedeva a gran voce le dimissioni e il primo cittadino, fuggendo indecorosamente dalla porta laterale, ha firmato le dimissioni del Direttore Generale del Comune Carlo Frateschi.
Ne sono seguite colluttazioni tra polizia e manifestanti che hanno sfondato una porta laterale del municipio. Ebbene una rivoluzione pacifica potrebbe capitare anche a Roma il 22 e 23 settembre prossimi se i politici della casta parlamentare non riusciranno a convincere gli italiani che stanno cambiando rotta. In quelle date infatti, giungerà nella capitale il treno delle donne, guidato da rivoluzionarie gentili, che si propongono di giungere di fronte al parlamento per difendere la costituzione. Staremo a vedere e sicuramente vi terremo aggiornate.