Donne e Tecnologia

La presenza della donne nei settori della tecnologia aumenta

Donne e Tecnologia

ma a bloccarle sono sempre i pregiudizi

Grazie all’indagine condotta da Coupofy.com si è arrivati a dimostrare che le donne che lavorano nel ramo della tecnologia crescono in maniera altissima: + 238% rispetto ai colleghi di sesso maschile. Ma ci sono brutti elementi  che le bloccano: i pregiudizi culturali.

Stephanie Hannon

Stephanie Hannon

La classifica dei 20 big della tecnologia più influenti nel 2015, stilata da Business Insider, è composta da 18 uomini e 2 sole donne. Un dato che fa emergere chiaramente che esiste un rapporto di conflitto tra il mondo della tecnologia e il sesso femminile. È utile però riconoscere che negli ultimi tempi la tendenza tende a mutare in favore delle donne. Ne è un dimostrazione la presenza di figure femminili alla guida di grandi aziende tecnologiche come Marissa Mayer, ceo di Yahoo o Sheryl Sandberg, chief operating officer di Facebook e di donne come Stephanie Hannon, attuale chief technology officer per la campagna presidenziale di Hillary Clinton, la prima donna a occuparsi di campagne di questo tipo dal punto di vista digitale.

L’indagine di Coupofy.com conferma il trend e ci dice che il ritmo di crescita della presenza femminile all’interno del mondo della tecnologia è galoppante.

L’Italia non fa eccezione. Moltissime aziende puntano, in ambito tecnologico sulle donne. Come dimostra il caso di Stella Brandolese, geologa, che da più di un anno vive e lavora al Cairo presso la sede Eni in Egitto con il ruolo di exploration project manager che in un’intervista afferma che: “Mi occupo di coordinare le attività esplorative nel Delta del Nilo, sia onshore che offshore. Per questo motivo la scorsa estate ho avuto l’opportunità di seguire passo passo la sensazionale scoperta che Eni ha fatto: Zohr, il più grande giacimento a gas naturale trovato nelle acque profonde del Mediterraneo”. La sua esperienza è sicuramente positiva, ma la donna afferma anche che: Ci sono ancora troppi stereotipi che bloccano l’ascesa femminile nel settore: “La forte concorrenza che si incontra lungo la strada della carriera richiede un’aggressività ritenuta più tipicamente maschile e anche la razionalità dell’attività scientifica potrebbe sembrare incompatibile con l’immagine della donna orientata più verso gli aspetti emotivi che privilegiano la soggettività”

Donne e tecnologia

Stella Brandolese

Ci si mette di mezzo anche il tempo, spesso nemico delle donne perché l’età ottimale per puntare a far carriera è la medesima con quella adatta a costruire una famiglia.

I successi professionali portano molto spesso a rinunce personali.  Resta solo la consapevolezza, per ogni donna, di crederci sempre fino in fondo perché alcuni elementi stanno velocemente cambiano e, anche se con fatica, si riesce ad abbinare anche ciò che sembra non abbinabile.

Flavia Marzano, direttrice della rete Wister, Women for Intelligent and Smart Territories, evidenzia come sia il caso di partire fin dalla scuola per eliminare le varie differenze legate al sesso e alla propensione di studio, prima, e professionale poi. Già nei primi anni di vita si nota come, per ragioni culturali, le bambine non vengono stimolate, come succede per i bambini, verso le materie tecnologiche. E tutto ciò emerge chiaramente quando si sceglie la facoltà universitaria da frequentare. Sono poche le donne che puntano a studiare fisica, ingegneria e informatica.

La soluzione, secondo Marzano, è quella di permettere ai bambini, fin dalle scuole primarie, di accedere a molte più competenze tecnologiche e scientifiche possibili. Fondamentale è il ruolo degli insegnanti che dovrebbero essere formati in una maniera apposita in modo che riescano a percepire, secondo logiche scientifiche, cosa piace veramente fare e cosa riesce a catturare l’attenzione dei piccoli.

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