Donne in cucina? Massimo Livan, Executive Chef del ristorante Antinoo’s del Centurion Palace Hotel, inserito nel circuito Small Luxury Hotel of the World, dice di aver appreso la propria passione culinaria osservando la madre ai fornelli.
Veneto di nascita, più precisamente del sestiere Castello, Massimo Livan ha portato fuori da Venezia alcune tradizioni culinarie tipiche di quella terra, dalle “sardee in saor” al fegato alla veneziana. Quello che sorprende in un grande chef come Massimo è venire a sapere che tutto il suo talento nasce dalla curiosità che ha saputo instillare in lui inconsapevolmente la mamma.
Il suo primo motore è stato la curiosità. Afferma di essersi spesso chiesto quale fosse la magia che trasformava il latte in besciamella, odore che lui avvicinava alla festa. Si chiedeva se tutti gli animali avessere quelle che la madre definiva frattaglie e come potessero eventualmente essere preparate.
La sua arte culinaria, anche se oggi è elaborata e servita in posti esclusivi, non ha mai dimenticato la lezione della donna in cucina che lo ha ispirato di più: la semplicità e la quotidianità che si esprime nell’arte che oggi si sta riscoprendo di fare le cose in casa, a partire dalla pasta e dal pane.
Con gli anni, dopo l’alberghiero e durante l’esercizio professionale come cuoco, ha appreso che le donne, artefici di quei piatti che lo avevano ispirato, scomparivano dal mondo dell’hotellerie e della ristorazione per lasciare spazio all’elemento maschile.
Ecco perché ha deciso, attraverso i suoi piatti, di riportare una donna in cucina, quella della sua ispirazione, della sua infanzia, arricchita della professionalità che si è conquistato nel tempo.
(Post liberamente tratto dall’ultimo numero di Virtuose e in particolare dall’articolo di Anna Maria Pellegrino di qb dal titolo “Massimo Livan e la sua cucina, nata osservando quella materna.” )