Donna e arte: Giuseppe De Nittis e la moglie Titine

Fino al 26 maggio è visitabile a Padova, a Palazzo Zabarella, la più importante mostra realizzata finora sull’artista: la rubrica donna e arte de ilsitodelledonne l’ha visitata e vi dà un’anteprima.

120 capolavori provenienti dai più prestigiosi musei ecollezioni pubbliche italiane e francesi costituiscono il percorso espositivo delle opere di uno dei protagonistiassoluti della pittura dell’Ottocento europeo. La rassegna, curata da Emanuela Angiuli e Fernando Mazzocca, è promossa dalla Fondazione Bano di Padova e dalla Fondazione Antonveneta.

Tra le opere in mostra, spiccano i volti femminili ritratti da De Nittis: il pittore li ritrae in un vortice di vita fatto di balli e ritrovi mondani, mostrandone non solo la bellezza e l’eleganza dell’abbigliamento  rigorosamente alla moda ma anche l’inquietudine e una malinconica consapevolezza.

Nella signora borghese fin de siècle s’intravede già la donna del Novecento: sempre misteriosa ma attiva nella nuova strada della sua emancipazione. L’artista di Barletta coglie quell’universo femminile in trasformazione. Egli stesso è stato un anticonformista fra gli artistidel suo tempo: solare, amante della tranquilla vita familiare, generoso ed ospitale verso gli amici, grande osservatore della modernità.

I ritratti della moglie Titine

Pur rimanendo legato alle sue radici meridionali ha saputo sprovincializzare la sua arte eaccogliere con grande originalità tutti i fermenti e gli stimoli che gli giungevano dagli amici impressionisti d’Oltralpe.*(1) Quadro emblema è il ritratto della moglie Léontine Lucille che a nostro giudizio merita di diritto di essere trattato nella nostra rubrica donna e arte, che lui chiamava Titine, dal titolo Giornata d’inverno (1882), un capolavoro che conferma a quali straordinari e originali esiti De Nittis sia arrivato nella tecnica del pastello dove riesce ad eguagliare Degas o Boldini. È il più bello dei molti ritratti che ci sono rimasti di Lèontine.

Il fatto che lui l’abbia raffigurata tante volte, in diversicontesti e situazioni  come quando pur avendo pauradell’acqua posò per lui in barca  dimostra la grande profondità del loro legame.Peppino e Titine si erano conosciuti nell’ottobre del1868 a Parigi nel magazzino dei Morin, “costumieres du Théâtre de la Porte Saint Martin”.

Avendo perso la madre da bambina, Léontine era stata adottata da questa coppia che gestiva un magazzino di costumi teatrali frequentato anche dai pittori. Entrambi orfani in tenera età – la madre del pittore era morta quando lui aveva solitre anni e il padre si era suicidato nel 1856 – dovettero provare subito una grande solidarietà reciproca e tantavoglia di costruirsi una famiglia. Infatti si sposarono solo dieci mesi dopo, il 29 aprile 1869.

La statura internazionale di De Nittis, il più autorevole insieme a Boldini degli Italiens de Paris, si deve al fatto che ha saputo reggere il confronto con Manet, Degas e con gli impressionisti.

E, come i francesi, ha affrontato gli stessi temi: il paesaggio, il ritratto e la rappresentazione della vita moderna, catturata, nel caso di De Nittis, nelle strade delledue metropoli che erano in quegli anni le capitali dell’artee della mondanità: Parigi e Londra.

Aveva conquistato un ruolo di protagonista nella capitalemondiale dell’arte e della mondanità, come proclamava Alfred de Lostalot sulle pagine dell’autorevole “Gazettedes Beaux Arts”.

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