#Salvamamme: un appello a Schulz e un monumento in ogni città per i piccoli martiri della guerra
Onorevole Martin Schulz
Presidente del Parlamento Europeo
Strasburgo
Onorevole Presidente,
L’Associazione “I diritti civili nel 2000 – Salvabebè Salvamamme” – che da molti anni svolge intensa opera di concreto sostegno e di promozione personale di migliaia per famiglie di ogni nazionalità che versano in gravi condizioni di necessità economica e di emarginazione sociale – si permette di inviare a Lei, vertice della più alta delle istituzioni del continente, l’unito appello/lettera aperta per un’iniziativa al livello dell’Unione, in grado di coinvolgere tutti i popoli del continente in difesa dei valori, che sono il fondamento della nostra identità democratica europea.
Un’identità oggi minacciata dal palese riemergere di tentazioni di un passato che pensavamo definitivamente sepolto.
La profonda e ben nota sensibilità umana e democratica che contraddistingue la Sua persona suggerirà la risposta alla nostra proposta.
Con la più alta stima e considerazione
La Presidente
Maria Grazia Passeri
In una piazza di tutte le capitali europee
Un monumento ai piccoli martiri di un conflitto che straripa nell’assurdo
Diamo all’Europa una vera anima
Il “mare nostrum” ha restituito il corpo di un bimbo ben curato, con la sua maglietta e il suo pantaloncino, morto nel tentativo di sopravvivere alla barbarie di una guerra costellata di episodi di inconcepibile orrore che ha colpito il suo paese. E non ci importa da quale porto sia partito. Gli europei in lui hanno riconosciuto il simbolo di tutti i piccoli esseri umani massacrati in forme agghiaccianti da un fanatismo che fa proprio dei cristiani, come degli iazidi, le vittime privilegiate.
Sulle coste del nostro mare si riversa così il calvario di masse che fuggono dalle bombe e dalla fame, finendo nelle mani di taglieggiatori scellerati. Una tragedia nella tragedia al di là della stessa guerra, perché ci sono norme del diritto internazionale che impongono alle parti in conflitto il rispetto della dignità dell’uomo e dell’onore dell’avversario, delle popolazioni civili e dei prigionieri. E il mancato rispetto – in passato – di questi principi ha provocato l’orrore del mondo, che ancor oggi ne ricorda le vittime.
Questi tratti di civiltà non possono diventare un ricordo, mentre un’Europa smarrita registra persino episodi di erezione di muri – di fatto o giuridici – che pretendono di difendere la civiltà europea dai profughi inermi e stremati che si riversano sui nostri confini e si sono talora trovati persino costretti a gettare i figli al di là di barriere di filo spinato o a proseguire a piedi in terra europea il cammino della speranza: uno schiaffo vergognoso ai valori della nostra stessa identità democratica, esposta a una minaccia da non sottovalutare.
Ma l’Europa sembra non cogliere il rischio di questa minaccia, che va fermata subito, prima che sia troppo tardi, come l’atroce storia del novecento dovrebbe aver insegnato, prima che i populismi consolidino un’inarrestabile spinta reazionaria dal basso: indispensabile è allora una risposta in grado di coinvolgere la coscienza collettiva degli europei, non legata ai problemi che spetta ai governi affrontare e risolvere e delle misure che essi potranno adottare.
Ogni nazione, e l’Europa stessa nella sua Unione, trovi secondo l’anima di ciascuna, la capacità di esprimere in un monumento – da erigere lo stesso giorno in un luogo centrale di ogni capitale e con il carattere e l’impronta che la propria tradizione umana e artistica le ispira – la risposta allo scempio dell’uomo e all’epopea delle sofferenze che in questi giorni si consumano, svelata nelle forme più significative che solo il genio dei più grandi artisti può raggiungere e da realizzare con sottoscrizioni volontarie.
Ogni monumento è sempre un simbolo visibile e perenne di momenti altamente significativi nella storia dei popoli. Il monumento – che il presente appello chiede divenga realtà – sarà il ricordo, al riparo di ogni retorica, delle migliaia di bambini, tanti senza nome, straziati in questo conflitto che straripa nell’assurdo, sarà – al riparo delle vacue e interessate polemiche che imperversano in questi giorni – l’incessante appello alla mobilitazione delle risorse umane e della spinta volontaria, sarà l’esortazione alle generazione future a non dimenticare che l’identità democratica va difesa con il concorso di tutti.
Rimanere esterrefatti spettatori degli accadimenti sarebbe un tradimento.
Diamo all’Europa una vera Anima