Ing Direct pubblica i dati relativi all’indice di benessere finanziario. Donne più brave degli uomini nella gestione dei soldi, e sono anche più ottimiste.
In tempi in cui investire i propri soldi risulta un passo troppo azzardato, è bene mettere da parte i propri risparmi in attesa di tempi migliori. Per farlo e per farlo risparmiando è possibile mettere i conti correnti presenti sul mercato a confronto, per scegliere tra questi quello più economico da attivare e, parallelamente, quello più sicuro e redditizio. Così facendo, infatti, si potranno salvaguardare le entrate familiari grazie a un prodotto finanziario tutelato e conveniente.
Ma chi è più portato a racimolare e tutelare il proprio gruzzoletto tra uomini e donne? Sembrerebbe che queste ultime resistano meglio, grazie a un diverso approccio alla gestione del proprio denaro. Lo afferma Ing Direct, l’istituto di credito olandese, nella sua rilevazione trimestrale dell’indice del benessere finanziario (Ibf): il conto corrente è più florido se le risorse sono amministrate da una donna.
Il sondaggio ha preso in considerazione un campione rappresentativo di 1000 italiani, misurando il livello di benessere percepito relativamente ai propri risparmi, al mutuo per la casa, ad eventuali debiti, alle spese correnti, al reddito e agli investimenti. Il risultato emerso premia le donne: su una scala da 0 a 100 (dal massimo disagio alla massima soddisfazione riguardo al proprio status), gli uomini arrivano a 41 punti, le donne a 46.
La notizia è che l’Ibf per le donne ha resistito meglio durante l’ultimo anno, ovvero quello in cui la crisi ha morso di più. Nel 2011, infatti, l’indice medio nazionale era pari a 43 punti, quello maschile era a quota 49 e quello femminile a 46. Alla fine del 2012, invece, la fiducia degli uomini è crollata a 41, le donne hanno perso solo un punto, assestandosi a quota 45.
Perché le donne italiane si sentono più sicure? In generale perché hanno maggior dimestichezza con la gestione del budget familiare. In particolare perché controllano sempre gli estratti conto (67% del campione), perché hanno una minore propensione al rischio (61%), perché sanno stabilire le priorità di spesa e, quindi, risparmiare con intelligenza. L’80% delle donne intervistate ha ammesso di rinunciare ai ristoranti, il 68% allo shopping, il 67% alla benzina, solo il 26% sul cibo.
Perché le donne scelgono di privarsi di qualcosa? Il risparmio non serve solo per far fronte alle spese della quotidianità, ma ha obiettivi più lungimiranti. Il 72% è preoccupato per la riduzione del reddito che arriverà con la pensione, mentre l’80% pensa ai figli, considerati membri di una generazione meno fortunata e con minori prospettive di realizzazione economica e personale.
Ciononostante, gli italiani restano comunque fra gli europei più felici della propria condizione. Ing ha sondato infatti anche l’umore di inglesi (Ibf al 41%), tedeschi (46%), spagnoli (32%), rumeni (30%), polacchi (31%) e francesi (29%), tutti al di sotto della nostra media. Sarà perché in Italia vale il detto che “chi si accontenta gode” o forse siamo più sicuri perché i risparmi delle nostre famiglie sono in mano alle nostre donne?