L’ombrellone sparito non è una puntata della Signora in giallo, ma un fatto realmente accaduto e ve ne parlo oggi perché non ci sono più indagini in corso. Mia madre la guardava volentieri la Signora Fletcher in televisione: insegnante in pensione e scrittrice, Jessica Fletcher è un vedova di mezza età con la passione per l’investigazione. La serie fu inizialmente pensata come la versione statunitense di Miss Marple, ma i possessori dei diritti del personaggio di Agatha Christie non lo permisero. Fischer, Levinson e Link, gli ideatori, decisero quindi di affidare il ruolo di Jessica Fletcher all’attrice Angela Lansbury, che nel 1980 aveva già interpretato il ruolo di Miss Marple nel film Assassinio allo specchio. La puntata-pilota della Signora in giallo debuttò sulla CBS nel lontano 1984.
Era a mia sorella che la mamma aveva affidato la scelta del suo personale palinsesto TV. Diceva sempre che la durata e il fatto che ogni puntata della Signora in giallo si concludesse senza sospesi e senza troppa suspense, le piaceva e poi apprezzava l’attrice. Angela Lansbury è un’attrice britannica naturalizzata statunitense. Esordì nel cinema, ma fu considerata tra le migliori attrici in campo teatrale. Nella televisione è ricordata soprattutto per il ruolo di Jessica Fletcher per il quale vinse quattro Golden Globe. La Lansbury che oggi ha 5 anni in più di quelli che avrebbe mia madre, è figlia d’arte e ha collezionato oltre a una lunga e intensa serie di decenni di vita, un ricco palmares di premi: nel corso degli oltre settantacinque anni di carriera ha vinto un Premio Oscar, 6 Golden Globe a fronte di 15 candidature, un Premio BAFTA, uno Screen Actors Guild, e le sono state assegnate due stelle sulla Hollywood Walk of Fame; è inoltre stata candidata per 18 volte ai Premi Emmy.
Da quando mia madre aveva smesso di scendere al lavoro dopo quasi 60 anni durante i quali la sua giornata lavorativa, come un imperativo categorico, iniziava con l’apertura della sala ristorante e finiva a sera inoltrata dopo l’orario di cena; senza cedere ad un giorno di stacco (solo verso gli ultimi anni si era concessa una mezza giornata il lunedì), senza indugiare in un ritardo (in realtà faceva un intervallo a metà pomeriggio) o magari inciampare in un cambio di programma; così con lo stesso rigore abitudinario, negli ultimissimi anni, non potevamo mancare la puntata del primo pomeriggio sulla Rai della Signora in giallo: la rilassava la struttura semplice della trama e il sorriso della signora Fletcher e la divertiva l’ambientazione anni 80; ma la domanda che alla fine mi rivolgeva era sempre la stessa: ma quanti ne ha girati restando poi sempre uguale?!! Infatti dagli anni 80 fino all’altro giorno, senz’altro fino a un paio di anni fa, io poi non l’ho mai più guardata, la serie TV ha continuato ad andare in onda almeno per 25 anni, appuntamento tradizionale come un vero e proprio classico delle serie RAI. In tutto, ne sono state girate dodici serie ognuno di 22 episodi, ed è sicuramente stato un successo mondiale, che ha rilanciato, in tarda età, la carriera di Angela Lansbury.
Io me li ricordo i GIALLI Mondadori sul comodino di mia madre o in valigia quando partivamo per la montagna, lei è stata una lettrice di gialli… già io e la mia generazione non ne siamo stati più così attratti. Il termine “giallo” attribuito ai romanzi che trattassero argomenti polizieschi nacque in Italia nel 1929 e fu l’editore Arnoldo Mondadori a lanciare sul mercato una nuova collana, molto popolare, che si poteva acquistare non solo in libreria, ma anche in edicola e per distinguerla fu caratterizzata proprio da una copertina color giallo vivo. La base della narrazione era elementare ma rigorosa proprio come nella Signora in giallo. Diverso dal romanzo criminale o dal thriller, nel “giallo” il delitto, mai gratuito, solitamente spezza la monotonia e la tranquillità dei luoghi. Il “colpevole” deve rigorosamente essere la persona meno sospettabile e, apparentemente, la più innocua. L’“alibi” e il “movente” sono fondamentalmente lucidi e credibili e il delitto si compie, solitamente, in ambienti precisi e ristretti. L’“indagine”, che è la parte centrale di tutta la storia, è completamente incentrata sulla figura e il carattere dell’investigatore.
E torniamo a noi, ovvero all’inizio di questa nostra storia: da quando il sole picchia più forte, ho preso il vecchio ombrellone di mia madre e l’ho aperto, del resto è troppo pesante per spostarlo, nella sua postazione, quella che utilizzo per far colazione la mattina, all’aria aperta, al quinto piano. Mamma detestava il vento e il sole. Aveva una bellissima voce, a parer mio, particolare, un po’ roca, che aveva sempre forzato con il suo lavoro; per questo temeva il vento e si proteggeva moltissimo. Io ho la pelle olivastra e mi abbronzo con gran facilità, lei aveva un incarnato bianchissimo e pur non soffrendo il caldo, semmai l’aria condizionata sempre per il problema di cui sopra, non amava il sole diretto, in realtà credo proprio mia madre fosse diffidente verso lo stile di vita estivo: aveva paura del mare, soffriva a camminare a piedi scalzi, era a disagio se svestita ed era refrattaria al sole sulla pelle; la sua, chiara, quasi diafana, era una carnagione aristocratica un po’ come tutti i suoi tratti. Così quando decise di confinarsi nelle sue stanze; nel terrazzino lungo e stretto che segnava il perimetro dell’appartamento, fu allestito un tavolo con sgabello di plastica e una comoda sedia da giardino con 3 posizioni dello schienale, l’attacco per il bollitore o la musica, e un ombrellone giallo vivo con piedistallo in cemento. In questi mesi ho occupato io questo angolo che mia madre ha sfruttato troppo poco, e, quando l’altro giorno pareva stesse per arrivare un vero fortunale (anzi il meteo aveva addirittura previsto una possibile tromba d’aria), sono subito salita al quinto piano per chiudere l’ombrellone e metterlo al riparo. Ma l’ombrellone non c’era, non era più al suo posto. Sono due giorni che lo cerco e investigo, domandandomi come e dove possa essere volato via. All’inizio preoccupata e poi incredula, io l’ombrellone giallo non l’ho trovato. Non è nelle terrazze a fianco, non è atterrato nelle terrazze del primo piano più sporgenti della mia, non in giardino o nel parcheggio del ritz, non ha per fortuna colpito e investito nessuno, l’ho cercato nelle case a fianco e nella recinzione della scuola alberghiera, sulla strada di fronte e su quella laterale. L’ombrellone è sparito! Ma stamattina è stato mio figlio Francesco a risolvere il caso quando al telefono mi ha detto: se lo sarà ripreso la nonna….