Donne e unità d’Italia: le Giardiniere

Le Giardiniere sono il corrispettivo femminile di quello che sono stati i Carbonari: ma chi le conosce?

"Le giardiniere"

Rirtratto di Matilde Viscontini in Dembowski

A pochi giorni dai festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia continua la nostra rassegna relativa alle figure femminili che contribuirono alla causa dell’Unificazione. Oggi vi presentiamo le Giardiniere d’Italia.

Furono la versione femminile della “Carboneria” e nacquero intorno agli anni dei primi moti rivoluzionari a Milano e a Napoli. Sono attive fin dal 1821, anche se le prime attività risalgono effettivamente al 1816. Si chimarono “Giardiniere” per la loro abitudine di riunirsi nei giardini e nelle aiuole.

Furono, al pari della società segreta dei “carbonari”, donne di origine borghese e animate da forti sentimenti romantici: animate dalla lotta contro gli austriaci, molte di loro furono anche incarcerate.

Due furono i gradi di affiliazione della società segreta delle “Giardiniere”: apprendista e maestra. In seguito venne introdotto il titolo di “Sublime Maestra”. Le Giardiniere erano note all’epoca per portare un pugnale infilato nella giarrettiera. Furono donne senza le

quali l’Unità d’Italia non si sarebbe realizzata. Il loro contributo a questa causa va esaltato e sottolineato.Il loro scopo infatti era  “l’insegnare, il persuadere ai suoi

membri che l’Uomo non è soggetto ad alcun principio di Religione o di morale, ma che deve seguire solo le leggi della sua natura”.

"Donne e unità d'Italia"Tra le più autorevoli esponenti di questa loggia vi furono:

  • Bianca Milesi Moyon,
  • Maria Gambarana Frecavalli,
  • Matilde Viscontini Dembowski,
  • Teresa Casati Confalonieri.

Il segno di riconoscimento era quello di disegnare un semicerchio sulla mano toccandosi la spalla sinistra, poi quella destra e infine battendo tre colpi sul cuore.

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