Durante le feste avete più tempo?
Le vostre sono festività da decrescita felice?
Un libro da regalare o finalmente un buon libro da leggere? Un film da vedere insieme alle amiche? O piuttosto vi piace tuffarvi nel buio della sala da sole?
Un momento per sé: guardarsi dentro, confrontarsi con parole e immagini d’autore sul perdono e i sensi di colpa…alla fine parlare d’Amore, e di cos’altro?!!
Ho letto un libro che consiglio senz’altro : NOI di Nichols (Neri Pozza ed.)
“Noi” narra la storia di una famiglia inglese mononucleare, tipica del nostro tempo, Nichols la tratteggia in modo intenso e denso. L’ironia, lo humour di Nichols rende la lettura del romanzo veloce e accattivante. Una lettura “di scarico”. La suddivisione del libro in tanti brevi capitoli alleggerisce la trattazione di temi importanti: l’imperscrutabilità della relazione uomo-donna, l’inevitabile conflittualità tra figli e genitori, il rapporto con la cultura e il valore della scienza oggi, la capacità di perdonare veramente …. che affiorano dentro una storia consueta, una storia dove immedesimarsi, dove si tifa di volta in volta per Duglas o Connie o Albie. Mi sono emozionata, mi sono divertita, mi sono ritrovata. La storia ha tutti gli ingredienti per piacere: parla di Noi, e in particolare della difficoltà di vivere la vita mettendo in equilibrio sentimenti e aspirazioni frustrate, gioie condivise e inevitabili paure individuali, aspettative o esigenze?
Ho visto un film che consiglio senz’altro: VIVIANE ( regia dei fratelli Elkabetz)
Questo piccolo film israeliano, che è però la terza parte di una importante trilogia sulla condizione femminile, è candidato come miglior film straniero agli OSCAR 2015 e certo passerà nelle sale d’essai escludendo così molti spettatori dalla visione di un’esperienza cinematografica diversa. Un film straordinario, che ci viene proposto come denuncia di una legge ebraica arcaica che permette al marito di ripudiare la moglie e gli dà anche la possibilità di negarle il divorzio soggetto al tribunale rabbinico. Eppure questo film non ha nazionalità è invece un’universale, elegantissima e composta, denuncia kafkiana dell’assurdo della vita in cui tutti siamo imputati. Questo film minimalista e pieno di rigore è concentrato sulle difficoltà del mondo femminile di sentirsi libero in senso reale e in senso simbolico, libero di provare emozioni, libero di amare o di non amare, libero dai sensi di colpa, dai pre-giudizi, libero di poter provare a far quadrare il cerchio, libero di coniugare razionalità e idealità senza dover scegliere, libero di scegliere senza rimorsi , libero di rinunciare, libero di soffrire ed essere SOLA. LIBERA, Viviane non chiede altro se non di essere libera. Il suo processo per ottenere il divorzio dal marito durerà 5 anni! Dopo oltre 20 anni di matrimonio chiede di formalizzare la fine di una storia d’ amore che non è mai esistita. La psicologia dei personaggi passa negli occhi degli attori: sguardi in camera e primi piani, questa la tecnica. La macchina da presa è posizionata in modo tale che anche lo spettatore è prigioniero …l’occhio nostro non è libero di vagare sulla scena. Siamo anche noi pubblico, in cattività. Così la cifra stilistica del film diventa pregio e provocazione, rendendoci schiavi della narrazione claustrofobica. MA niente è più pericolosamente calamitante di questa sceneggiatura: brillante, arguta ed ironica quanto drammatica, tragica e assurda.
Ida Poletto