Elezioni regionali del Veneto, al voto con la doppia preferenza?

MODIFICHE ALLA LEGGE ELETTORALE REGIONALE

doppia preferenza veneto

«Confidiamo che finalmente possa essere introdotta la doppia preferenza di genere: il Veneto garantisca la rappresentanza femminile, in linea con altre Regioni italiane all’avanguardia. Non si perda questa importante occasione» 

Piena soddisfazione da parte della Commissione regionale Pari opportunità del Veneto per l’apertura odierna, in Commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale, dell’iter di discussione sulle proposte di modifica alla legge elettorale regionale proposta ufficialmente dal gruppo del Partito Democratico nei mesi scorsi.

La Commissione confida vivamente che nel dibattito possa avere un peso importante la proposta di introduzione della doppia preferenza di genere, ossia la possibilità di esprimere due preferenze per l’elezione dei consiglieri regionali (oggi ne è prevista solo una) con l’obbligo dell’alternanza di genere, dunque di indicare candidati di sesso diverso.

Una proposta da tempo avanzata dalla Cpo stessa e sottoposta formalmente, già nel settembre scorso, all’attenzione del presidente della Giunta Luca Zaia e del presidente del Consiglio Clodovaldo Ruffato.

Simonetta Tregnano

Simonetta Tregnano

«Ci auguriamo che il Veneto, in ritardo rispetto a Regioni come l’Emilia Romagna, la Campania e la Toscana, sappia cogliere questa circostanza favorevole di dibattito per dare un segnale chiaro di cambiamento e di netta discontinuità col passato» sottolineano Simonetta Tregnago, presidente della Commissione regionale Pari opportunità assieme alle vicepresidenti Cristina Greggio e Daniela Rader. «Bisogna agire a livello politico, sociale e culturale ma anche a un livello operativo, facendo fronte al ritardo con misure concrete – continuano  –. La politica deve colmare la sua distanza nei confronti della società: lì fuori il mondo dell’impresa, del lavoro, della cultura e del sociale, offrono ogni giorno conferma di quanto sia strategico il ruolo della donna nel cambiamento della  società».

«La nostra Regione – concludono presidente e vicepresidenti – deve con urgenza accelerare i percorsi di riequilibrio della rappresentanza di genere, e non solo per una questione di democraticità: sono, infatti, percorsi che vedono nelle regioni innovative e produttive del nostro Paese risultati di cambiamento significativi, così necessari in questi tempi di crisi: perché le donne inserite nei processi decisionali modificano e migliorano gli approcci e i metodi nel modo di fare amministrazione e politica, apportando competenze, determinazione e pragmatismo».

Ad oggi nella nostra Regione siedono in Consiglio tre sole donne (di cui due assessori, gli unici di genere femminile in Giunta) su un totale di circa sessanta componenti. Si tocca appena la soglia del 5% (a fronte di una media nazionale del 14,4%), che certo non basta a garantire il diritto costituzionale di uguaglianza e parità.

Proseguono e proseguiranno nel frattempo, da parte della Commissione, le azioni di sensibilizzazione sul territorio tese a sostenere l’introduzione della doppia preferenza con alternanza di genere.

 

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