Il Veneto è la terza regione italiana per incoming turistico legato al golf, ma le notevoli potenzialità di un’offerta che necessita di essere ulteriormente diffusa e conosciuta, gli ambiti ancora inesplorati nel campo della commercializzazione del prodotto, la forza di un patrimonio di campi e strutture che si integra perfettamente in un territorio già ricco di fascino e attrattive, indicano per questo segmento turistico/sportivo un ampio margine di crescita futuro.
L’AbanoRITZ, lo ricordiamo, è situato a poca distanza da otto prestigiosi golf club, con quattro dei quali (Golf Club Padova, Golf della Montecchia, Golf Club Frassanelle, Golf Club dei Colli Berici) ha stretto una partnership di successo che ci permette di offrire ai nostri clienti tariffe vantaggiose e unire i benefici di una vacanza termale al divertimento di una gara all’aperto.
Un settore in espansione
Sono convinti dell’importanza del settore golfistico veneto l’assessore al turismo della Regione Federico Caner e i gestori dei 19 campi di golf con almeno diciotto buche (parametro minimo per proporsi a livello internazionale) esistenti in Veneto. Il 15 novembre scorso, si sono riuniti a Palazzo Balbi a Venezia, per valutare gli effetti del progetto di eccellenza “Italy Golf and More 2”, a cui il Veneto ha partecipato insieme alle Regioni Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia.
L’incontro è servito anche come punto di partenza per l’attuazione dell’esperienza di Reti di Imprese per lo sviluppo e il consolidamento di club di prodotto e per consegnare le belle foto dei Golf Club veneti, realizzate dai fotografi professionisti Lucio Rossi e Eugenio Bersani, preziosa raccolta di immagini indispensabile alla redazione di nuove brochure e servizi promozionali dell’offerta golfistica regionale.
“Siamo la regione turistica leader in Italia in assoluto – ha detto Caner – e stiamo lavorando per scalare la graduatoria anche per quanto riguarda specificatamente il turismo golfistico. I clienti stranieri sono in costante crescita, segnando a livello nazionale un incoraggiante +38% rispetto al 2015. Quello che si sta per chiudere è l’anno della definitiva consacrazione dell’Italia del golf quale nuova destinazione turistica internazionale, come testimoniano le 700 mila green fee (quote giornaliere versate per giocare in un circolo del quale non si è soci) di stranieri che hanno frequentato nel 2017 i campi della Penisola, di cui 80.000 nel solo Veneto”.
Un salto di qualità
“Ma ora è necessario fare un salto di qualità – ha sottolineato l’assessore –, sfruttando al meglio le opportunità e le risorse esistenti, comprese quelle derivanti dai fondi europei, lavorando all’allargamento del numero dei praticanti, superando lo stereotipo del golf inteso come disciplina elitaria, facendo rete tra tutte le imprese che operano in questo settore o nell’indotto. Solo così ci faremo trovare pronti allo straordinario appuntamento mondiale della Ryder Cup che si terrà in Italia nel 2022 e che rappresenterà il trampolino di lancio definitivo del golf italiano dal punto di vista dell’organizzazione sia sportiva che turistica“.
Anche Francois Droulers e Alessandro Martini, rispettivamente presidente e manager della Rete Golf in Veneto, hanno insistito sulla necessità di coinvolgere e aggregare nella realizzazione di progetti condivisi i numerosi soggetti che compongono la filiera turistica che questo sport è in grado di generare: campi, attrezzatura sportiva, soggiorno, ristorazione, trasporti, attività culturali e di svago, ecc.
“Il nostro scopo – hanno ribadito – è fare business, è commercializzare un prodotto in grado di assicurare sviluppo economico e occupazione“.