Per fortuna è piovuto! Ho perso due giorni di abbronzatura ma ho guadagnato… acqua per il giardino. Oltre 6000mq di verde non è poco e il “ritz” tra il verde davanti e il parco dietro l’hotel si fregia di un bel po’ di spazio; ma mentre il parco intorno alla piscina e al barbecue ha l’impianto di irrigazione, il giardino di fronte non è coperto completamente dagli irrigatori, così, fino all’altro giorno, più o meno puntualmente, ci pensavo io in assenza del giardiniere, spinta dal senso del dovere ma soprattutto da mia sorella che è una da giardinaggio compulsivo. Non ho il “pollice verde” e questo non significa affatto che io non rispetti la natura, ma non amo particolarmente curare fiori e piante. Sono una fruitrice passiva e incantata, ma tutte le volte che mi sono attivata per far germogliare o fiorire una pianta il risultato è stato scarso o nullo, piante grasse comprese. Le piantine in vaso mi si sono sempre rivoltate contro per eccesso o mancanza di acqua, luce, parole… non parlo alla flora, l’ho sperimentato: non fa bene né a loro né a me, ma amo i fiori recisi. Mi affascina quest’idea un po’ decadente di godere in modo estatico ed estetico del fiore, colori e profumi mi rendono felice. I fiori in acqua mi fanno pensare romanticamente alla breve vita delle farfalle, infatti mi piacciono le corolle sbocciate più che i boccioli.
Pare che questa espressione, pollice verde, derivi dal modo di potare dei giardinieri che tengono le piante afferrandole delicatamente fra il pollice e l’indice; questo taglio provocherebbe la fuoriuscita della clorofilla dalla pianta macchiando così di verde il dito. Mi sembra un po’ azzardata come spiegazione ma è vero piuttosto, secondo il tabloid britannico The Indipendent, che il giardinaggio può essere praticato da chiunque e si è dimostrato efficace nel promuovere il buonumore, combattere la depressione e perfino i disturbi da stress. Io mi spazientisco e la pigrizia mi porta ad avere il pollice verso. Il pollice è il primo dito della mano, articolato in modo da poter opporsi a tutte le altre dita e il pollice verso o riverso, comunque rivolto verso il basso, tenendo la mano chiusa a pugno, è segno di disapprovazione o di condanna. Non disapprovo chi , come mia sorella, ha il pollice verde, ma credo inconsciamente di condannare il mio di tempo dedicato al giardinaggio invece che… non lo so(!), ma non riesco ad applicarmici eppure mi piace l’albergo “fiorito”. Preferisco quelli bianchi come le Calle e il Narciso,il fiore del Gelsomino e il Mughetto, la Gardenia e la Peonia … le Pratoline in primavera o i Bucaneve in inverno… certo mi piacciono i Tulipani ma quelli li preferisco colorati come le Ortensie… e che dire del fiore di Magnolia. Cancellate le Orchidee e salviamo le Rose meglio se “antiche”. Ho cercato nel linguaggio dei fiori il significato del bianco e, oltre alla purezza, ho scoperto, e convengo, che regalare dei fiori bianchi significa simbolicamente portare leggerezza e luminosità nella vita di chi li riceve.
Ecco, con i fiori recisi, ho più fortuna: mi durano ed esprimono generosamente la loro bellezza aprendosi fino a far cadere i petali, sfiniti… Da divoratrice di fiabe, tra quelle meno note di Andersen, uno dei grandi autori ottocenteschi di questo genere, una mi è particolarmente cara “I fiori della piccola Ida”: i fiori fanno cose meravigliose, danzano tutta la notte, si trasformano in farfalle e parlano tra loro con il linguaggio dei mimi. Così racconta lo studente alla piccola Ida, triste perché il mazzolino di fiori raccolto il giorno prima si è afflosciato, come fosse stanco….
Fatto sta che fino a qualche giorno fa andavo avanti e indietro con 2 innaffiatoi: uno da 10 lt e l’altro da 17lt; non so qual è il peso specifico dell’acqua, ma so che il litro è una misura di capacità e quindi, ricordando approssimativamente le equazioni, posso affermare che 1lt=1kg. Ora, chi mi vuol bene, i miei affetti stabili, sa che ho sempre scansato la fatica fisica e più precisamente quella muscolare. Parlo sul serio, non sono una normale scansafatiche, lo giuro, ma mi è impossibile sostenere l’intensità, la durata, il ritmo stesso di un qualsivoglia sforzo da prestazione fisica. So già CHI dei miei congiunti sorriderà a questa affermazione ma è provato scientificamente: ho una insufficiente massa muscolare. Quando il dottor HU, un talento della medicina tradizionale cinese che ha lavorato nella SPA del “ritz” per anni, me lo disse, salvò la mia vita cambiandola per sempre, infatti, da “brutto anatroccolo”, a proposito di Christian Andersen, mi sono lentamente, insomma con i miei tempi, trasformata in un discreto “cigno” soddisfatto della sua scarsa apertura alare.
La mia mamma me lo diceva sempre, e non intendeva farmi esattamente un complimento, che avevo sviluppato un altro tipo di forza e c’è poco da ridere… lei intendeva quello della dialettica e del confronto, in sintesi ero una presuntuosa rompiscatole. Sta di fatto che mia sorella, diversa in tutto da me, anche nella fisicità della sua splendida apertura alare , si deve essere mossa a pietà vedendomi in versione “portatrice d’acqua” e ha chiamato Giorgio, il manutentore del “ritz”, figura imprescindibile in un hotel termale, uomo buono, abilissimo e affidabilissimo seppure con un caratteraccio, che ha installato, all’esterno, una pompa lunga non so quanti metri che ora giace tra l’aiuola delle azalee e quella dei papiri come un pitone pronto a inghiottirmi.