Non provo rabbia, sentimento che però conosco, e tantomeno angoscia; mi sento abbastanza affrancata dal sentimento di solitudine e la noia non è mai stata mia compagna: sono insomma un mammifero molto adattabile. Gli animali a sangue caldo hanno una maggiore capacità di evolversi e di adattarsi ai bruschi cambiamenti del clima rispetto agli animali a sangue freddo. E ancora, il merlo di oggi è diverso dal suo antenato di duecento anni fa: ha il becco più lungo, la voce più acuta ed è meno disposto a migrare; tutte caratteristiche legate alla capacità di adattarsi all’ambiente urbano. Ci sono gli animali che si mimetizzano come l’insetto stecco, il gufo o la seppia. Mi affascina la lucertola che riesce ogni volta ad avere una coda nuova di zecca grazie alla genetica della coda che ricresce se la perde o se viene tagliata. Ancora più straordinaria è la tecnica della tanatosi, l’opossum per esempio si finge morto come ultima risorsa difensiva e infine ci sono serpenti, come il pitone, che possono digiunare per mesi… insomma sono in buona compagnia e c’è molto da imparare dal mondo animale. La domanda all’ordine del giorno è: come adattarsi ai tempi del coronavirus mimetizzandosi in un albergo. Partiamo dai fondamentali: mangiare.
Al “ritz” ci sono tre ristoranti (e altrettanti bar): un barbecue per 70 persone che escludiamo se non altro perché aspettiamo un clima più propizio, un ristorante à-la-carte con 22 coperti molto intimo e gourmet che escluderei proprio per questo e il ristorante dell’albergo White Gloves legato alla pensione che ha più di 180 posti a sedere e che utilizzo per esercitarmi con la bici per i prossimi campionati di DOWNHILL… la sensazione di spaesamento se mi siedo a uno di questi tavoli è davvero brutta, disorientata più che smarrita ho deciso così di mangiare in tavole rigorosamente non da pranzo, quindi nella hall, in camera, in caffetteria… bypassata la questione del dove e sapendo che non mancano certo piatti e bicchieri e tanto meno posate di ogni foggia per un servizio di alta hotellerie; resta da risolvere il problema pratico e funzionale delle pentole e della cucina: misure, dimensioni forme e proporzioni sono tutte macro. In realtà a me basta una fornitura da campeggio. Come una lillipuziana cerco di sfamarmi da giorni in una realtà gastronomica affetta da gigantismo.
Ciao Ida, la bici fa bene all’anima. Buona Pasqua!
Sei tu, cara Carmen, con la tua passione e il tuo entusiasmo a fare bene all’anima. Continua a seguirmi: per leggere Gloria non serve pedalare! Grazie.
L’adattarsi ai bruschi cambiamenti non è da tutti, o forse, ognuno ha livelli diversi di accettazione e sofferenza. Ti ci vedo mentre maneggi pentoloni o viaggi in bici tra i lunghi ed eleganti corridoi del Ritz, quasi con una libertà ritrovata, in questo momento in cui la libertà ci è stata tolta o forse abdicata.
Credo che mai come adesso tu senta di possedere questo albergo, divenuto per causa di forza
maggiore, per qualche tempo, ”solo la tua casa“.
Un abbraccio!
Quando si dice che “trovare un’amica è trovare un tesoro”… beh, io so di cosa si parla! Grazie Liz
Ecco. Col tempo siamo diventati tutti esagerati, quantitativamente parlando. E così dai miei domiciliari faccio esercizio di microqualità. Mi accontento di vasetti di verde al posto del giardino. Del mio microsoggiorno invece della macropalestra. Ho anche cucinato porzioni lillipuziane di pranzo di Pasqua, attribuendo nomi altisonanti ai piatti e componendoli con preparazioni molto elaborate.
Insomma una minuziosa ed elaborata piccolezza. Che non è piccineria, anzi. Tu sarai più brava, perché questo esercizio lo stai facendo in grandi spazi. Ma sono comunque i tuoi. E in ogni caso vorrei essere anche io nel parco insieme a te e ai coniglietti
Cara carissima Elena, cosa direbbe Swift di noi due? I fantastici viaggi di Gulliver noi li abbiamo fatti davvero, insieme a tutte quelle giornaliste che ti hanno seguita al “ritz” e che hanno scritto del “ritz” grazie a te. So del tuo amore per niente lillipuziano per l’enogastronomia e in questo sei Maestra.
Cara Ida non è mai troppo tardi per iniziare nulla: anche una attività sportiva! Brava.
Un abbraccio virtuale, a presto Susanna
Susanna, sai benissimo di toccare un tasto dolente. Sono pigra e soprattutto, in albergo faccio le scale continuamente e tanto basta per mettere a tacere la coscienza. Speriamo di condividere presto qualche gita insieme a te, al gruppo D e a Vlady.
Quando ci libereranno – e temo questo momento perché saremo tutti molto molto smarriti negli spazi restituiti – ti preparerò una cena con tantissime micro-portate. Intanto ho qui la mia cavia personale (che non può sfuggirmi) che si misura il girovita preoccupato….
Quello che importa è che con il girovita aumenti il girocuore.