Oggi, 20 Aprile 2012, è una giornata che ilsitodelledonne.it, in concomitanza con AIED e altri blog italiani, ha deciso di dedicare a un tema difficile e fondamentale per la situazione femminile in Italia: la violenza sulle donne.
La situazione italiana è così grave non perché nel nostro Paese vi siano più crimini simili rispetto al resto del mondo, ma perché in Italia maltrattare una donna, sminuirne la persona, perseguitarla e molestarla non è ancora percepito come reato. In Italia il soppruso verso le donne è un fatto culturale.
A dire ciò che un po’ tutte le donne italiane avevano già intuito, è l’ONU che ha inviato in Italia una relatrice speciale per indagare sulla violenza sulle donne. A Gennaio Rashida Manjoo ha girato in lungo e in largo il territorio parlando con le vittime, visitando le associazioni che si battono contro il fenomento in aumento e incontrando le istituzioni preposte.
Le dichiarazioni della relatrice dell’ONU sono preoccupanti, ha infatti dichiarato:”Gran parte delle manifestazioni di violenza non viene denunciata in un contesto caratterizzato da una società patriarcale e incentrato sulla famiglia; la violenza domestica, inoltre, non sempre viene percepita come reato”
Individuiamo i problemi che la Manjoo ha trovato:
- Patriarcalità della famiglia che implica maschilismo serpeggiante nel quadro familiare;
- Scarsa attenzione legislativa al problema con farraginosità del sistema giuridico e difficoltà di giungere a sentenza dopo la conclamazione del reato o, anche quando vi si arriva, pene troppo blande;
- Problema della percezione del reato: le donne non denunciano quasi mai le violenze che esplodono in famiglia.
Ma oltre che in famiglia un altro ambiente in cui le donne subiscono violenza senza poterlo denunciare è quello lavorativo. Nell’ambito professionale la violenza è presente anche se magari non lascia segni evidenti. Si presenta come violenza psicologica e mobbing da parte di datori di lavoro, superiori e altro. Se in Italia neppure la violenza fisica è percepita come reato, figuriamoci quella psicologica che viene tollerata ancor più facilmente persino dalle donne che la subiscono spesso per ragioni di precarietà lavorativa o per la necessità di mantenere un lavoro che altrimenti causerebbe una diminuzione del reddito familiare.
L’indagine ha rilevato che i casi di femminicidio sono in aumento del 6.7% mentre la Cassazione ha predisposto sistemi di pena alternativi al carcere anche per stupri di gruppo. La maggior parte delle donne che subiscono violenza la subiscono da parte di un partner che caratterialmente e culturalmente non giudica negativa una forma di violenza appliata su un altro essere umano.
L’invito è quello di denunciare sempre casi di abusi e violenze, non solo quando questi avvengono da parte di uno sconosciuto, perfino se essi sono perpetrati dal proprio partner o convivente indipendentemente dal fatto che sia il padre dei vostri figli.
In Italia, per quanto i fondi stiano diminuendo, esistono associazioni che lottano contro il problema per difendere le vittime, provvedendo loro con tutele legali e case sicure.
Se hai dei problemi di questo tipo parlane con qualcuno anche in forma anonima: rivolgiti alle istituzioni. Esiste un numero verde che puoi chiamare, è il 1522.
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