Nuova indagine sulla sessualità: i Veneti risultano essere sessualmente stressati e insoddisfatti
Il 77% dei veneti teme il calo del desiderio, il 70% delle donne non sempre raggiunge l’orgasmo; 75% dei maschi veneti non è mai stato dall’andrologo: le coppie venete sono insoddisfatte, non comunicano e non si informano per migliorare la propria vita sessuale
L’Osservatorio di Tradapharma, in collaborazione con Doxa Duepuntozero, ha svolto un’indagine per svelare abitudini e falsi miti dei veneti sotto le lenzuola. Tradapharma – che da alcuni anni promuove una sessualità di coppia sana e naturale – ha coinvolto nella ricerca 1.500 persone su tutta la Penisola, oltre 150 in Veneto, uomini e donne, in un’età compresa tra i 25 e i 65 anni, e ha portato risultati inattesi.
Veneti, popolo di esperti latin lover? Tutto falso. I dati rivelano che a letto i laziali sono pigri, disinformati e frustrati.
L’indagine rivela infatti che, anche nel Veneto, con il passare degli anni (sia anagrafici, che della durata della coppia) si fa sempre meno l’amore. Se i più attivi sono gli under 35 e coloro che sono impegnati in una relazione da meno di 5 anni, praticando un’attività sessuale costante almeno due o più volte la settimana, la situazione cambia drasticamente superati gli “anta”: solo 3 coppie su 10 continuano ad avere più diun rapporto alla settimana e addirittura il 9% della popolazione non ha fatto sesso negli ultimi 6 mesi.
Allarmanti anche i dati sull’appagamento sessuale delle donne venete, che dichiarano che l’orgasmo non è un risultato scontato: il 70% sostiene di non raggiungerlo sempre contro il 73% delle donne italiane; addirittura il 20% lo raggiunge meno della metà delle volte. Spesso la causa riguarda le performance maschili: l’uomo veneto arriva al traguardo troppo velocemente (lo pensano il 71% degli uomini contro il 66% delle donne) oppure non riesce a mantenere l’erezione durante l’intero rapporto (il 46%vs 33%) problema evidente già a partire dai 35 anni (48%).
Per quanto riguarda le cause che possono minare la soddisfazione sessuale della coppia veneta, quello che influisce maggiormente in modo negativo è il calo del desiderio da parte di uno dei due partner: lo pensano sia gli uomini veneti (77%) che le donne della Regione(74%). Il calo del desiderio è giudicato un problema serio soprattutto dagli over 54 anni (83%) oppure da quegli uomini che sono impegnati in una relazione da più di 20 anni (79%).
“I dati di questa ricerca, spiega Fabrizio Iacono, professore di urologia nell’Università Federico II di Napoli, urologo e andrologo che si occupa di ricerca in Andrologia da oltre 30 anni. Il 70% dei casi di deficit erettili non sono altro che disfunzioni sessuali che possono essere risolte in maniera non invasiva, con cambi di stile di vita, con una maggiore attività sportiva e l’introduzione, nella propria dieta, di alcuni integratori alimentari. La natura, infatti, ci aiuta in questo, basti pensare all’Alga Ecklonia Biciclis, al Tribulus Terrestris e al Chitosano Idrosolubile che, combinati insieme, sostengono e fortificano la funzione sessuale.
E quali sono invece i tabù che nascono sotto le lenzuola? Film a luci rosse? Linguaggio volgare? Niente affatto. La cosa più imbarazzante per le coppie venete è usare o far usare farmaci per potenziare la prestazione sessuale, in mancanza di patologie specifiche. Lo pensa il 60% dei Veneti contro il 63% degli italiani. Solo l’8% delle coppie venete userebbe farmaci con una certa frequenza. L’utilizzo è più alto tra le coppie «giovani» (il 15%) rispetto a quelle che durano da più di 20 anni (il 6%). Al contrario quasi il 70% degli intervistati veneti non rinuncerebbe a rimedi naturali.
Interessanti anche i dati che raccontano lo scenario sulla cura della sessualità nel Veneto. Gli uomini infatti non sembrano molto attenti al proprio benessere sessuale. Circa il 43% degli uomini che hanno avuto dei problemi durante un rapporto sessuale non si sono documentati per capirne le cause. Le donne sembrano ancor più disinteressate: il 49% non ha cercato informazioni.
Inoltre, se consideriamo gli uomini che hanno deciso di approfondire e capirne di più del problema, il principale strumento di ricerca è internet: il 69% lo usa. Pochi si rivolgono al proprio medico di base oppure ad uno specialista. Dato che trova conferma quando si scopre che il 75% dei maschi veneti non è mai stato dall’andrologo (79% è il dato nazionale addirittura il 5% non sa nemmeno chi sia).
La mancanza di una «guida» che accompagni l’uomo nel corso della sua vita sessuale (così come invece avviene per le donne con la figura del ginecologo) può generare carenze di informazioni, o peggio informazioni distorte, che potrebbero ridurre la piena soddisfazione sessuale. Nella regione veneta un uomo su quattro non sa cosa sia l’andropausa
Inoltre il 42% degli uomini veneti (vs 40% uomini italiani)non ha mai pensato alla possibilità di attuare una serie di azioni per mantenere e migliorare la propria vita sessuale nel corso degli anni.
Un dato ci conforta: a dispetto di quanto si possa immaginare il sesso per noi è sinonimo di amore. L’85% degli italiani contro l’84% dei veneti pensa infatti che il sesso migliore sia quello fatto per amore; lo pensa addirittura il 91% delle donne, che confermano il loro animo più romantico, mentre il 95% del campione ha attualmente una relazione affettiva stabile.
“Negli ultimi 15 anni la frequenza dei rapporti sessuali degli italiani – commenta Alberto Caputo, psichiatra e sessuologo dell’Istituto di Evoluzione Sessuale di Milano – è scesa di oltre il 10%. La soglia dei 40 anni rappresenta, secondo questa ultima ricerca, il fatidico spartiacque: in questa fase della vita la classica media nazionale bisettimanale crolla significativamente. Oltre il 70% delle coppie, dopo quest’età, fa sesso meno di 4 volte al mese. Addirittura 1 persona su 10, fra gli intervistati, ammette di essere in astinenza da almeno 6 mesi.
Le cause? Varie e diversificate, ci dicono i dati della letteratura scientifica: dallo stress, alle difficoltà economiche, dai cattivi stili di vita alla dilagante fruibilità della pornografia on-line. Il dato più preoccupante riguarda però lo scarso interesse a identificare affrontare i motivi che rendono progressivamente il libidogramma sempre più piatto.
È possibile però riaccendere il desiderio, migliorare le proprie prestazioni e valorizzare la propria soddisfazione anche senza dover necessariamente ricorrere a cure farmacologiche. Dando per scontata l’attenzione per il proprio stile di vita e alla prevenzione, una quota sempre maggiore di persone appare più consapevole e psicologicamente più disposta a scegliere rimedi naturali, sotto forma di integratori naturali, per riappropriarsi e godere appieno della propria sessualità. In ogni fascia dell’età adulta.”