LEGGE ELETTORALE REGIONALE:
Bocciata in Consiglio la doppia preferenza di genere
Sprecata una grande opportunità per colmare il ritardo del Veneto in tema di rappresentanza politica femminile.
La politica veneta dimostra la propria immaturità.
Grande amarezza, sconforto e profonda delusione da parte della Commissione regionale Pari opportunità del Veneto alla notizia della bocciatura, da parte del Consiglio Regionale, dell’introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale, al voto pochi giorni fa in aula insieme agli altri emendamenti: «Il Veneto ha scelto di non recuperare il proprio ritardo rispetto ad altre Regioni, perdendo così un’importante opportunità»: afferma Simonetta Tregnago, presidente, assieme alle vicepresidenti Cristina Greggio e Daniela Rader, a nome di tutta la Commissione.
«La politica ha dato nuovamente prova della sua immaturità e dell’incapacità di ridurre la distanza nei confronti della società. Alle donne venete è nuovamente negato il riconoscimento del ruolo che meritano e che spetta loro nell’istituzione più importante del governo locale. Ed è anche una irresponsabile rinuncia all’importante contributo che le donne possono dare alla politica, che anche in Veneto ha enormi spazi di miglioramento possibili e necessari». «Per la società intera, non solo per le donne, un passo indietro sulla strada di una maggiore democrazia. Ancor più grave – concludono – alla luce del fatto che il voto con doppia preferenza di genere in vigore per le elezioni amministrative ha dato ottimi risultati».
Netta e chiara anche la presa di posizione dell’Onorevole Pia Locatelli, presidente onoraria dell’Internazionale Socialista Donne e deputata del Psi, che ritiene che l’ostilità alla doppia preferenza sia da interpretare come un triste elemento “bipartisan”.
“La bocciatura da parte del Consiglio Regionale Veneto all’emendamento che prevedeva la doppia preferenza di genere nella nuova legge elettorale regionale, riproduce a livello locale quanto è avvenuto alla Camera la scorsa primavera durante la votazione dell’Italiculm e quanto è accaduto nei giorni scorsi sulle riforme costituzionali”. La Locatelli rincara la dose affermando che “ancora una volta, molti uomini, che in pubblico si presentano come paladini delle istanze democratiche, per paura di perdere il loro seggio a favore di una donna hanno votato contro, condannando il Veneto a essere una di quelle regioni con la rappresentanza femminile in Consiglio tra le più basse del Paese (solo due su 58 consiglieri). E ancora una volta spiace costatare che molte donne, non si sono presentate o hanno bocciato l’emendamento. Questo è accaduto in una regione governata dalla Lega, ma avviene anche dove ci sono maggioranze di centrosinistra, a dimostrazione che l’ostilità nei confronti della parità di genere è bipartisan.”