di Luca Bonacini
Eleganza e fascino difficilmente si acquisiscono, doti che sembrano essere innate in Patrizia Guccci, pronipote del fondatore della casa di moda, quarta generazione della celebre dinastia del lusso, giornalista, scrittrice, e pittrice. I primi passi mossi inizialmente nell’azienda di famiglia per poi nel 1996 spiccare il volo con un’attività in proprio, nel campo della pelletteria, degli accessori e dell’arredo per la casa. Collaborazioni con testate giornalistiche e programmi televisivi, l’hanno resa un volto noto al grande pubblico, ma ha all’attivo anche quattro libri con argomenti sempre curiosi e accattivanti che scandagliano il quotidiano, come “Il piccolo libro della semplicità” , “Single”, “Charme”, nei quali viene esplorata la capacità della donna di affrontare la vita di tutti i giorni con glamour e creatività senza perdere la bussola. In particolare nel volume appena uscito “Benvenuti a casa vostra” si dispensano utili consigli per non rimanere schiacciati dal ritmo frenetico di questo tempo, e Patrizia Gucci racconta con disincanto e concretezza di ambienti domestici, luoghi di lavoro, circostanze e occasioni di svago, fornendo indicazioni e suggerimenti utili per razionalizzare spazio, tempo, energie. Il nostro quotidiano ha bisogno di ordine, ma anche di fantasia e di gusto, in questo momento dove mancano certezze e difficoltà non solo economiche, le nostre case possono diventare un rifugio sicuro, se le organizziamo, curiamo e viviamo nel modo giusto, tornare ad essere un posto accogliente e confortevole e un rassicurante punto di riferimento.
Il suo nuovo volume uscito pochi mesi fa parla di casa, del piacere di passarvi
serate con gli amici, della sua libreria, della cucina, e di come organizzarsi per
vivere meglio.
Perché ha deciso di scriverlo?
Mi sembrava utile mettere a disposizione le mie riflessioni, alcune semplici regole grazie alle quali mi sono accorta di vivere meglio, un clic interiore per riorganizzare la propria casa, cambiarla, rinominarla, reinventare i posti comodi, lo spazio della lettura, del relax, della cucina. Quasi una filosofia dove la casa diventa un tempio nel quale fare entrare chi è amico, dove conversare, leggere, ritrovarsi cucinando da soli o in compagnia, e dove il divano e la zona libri sono luogo di elezione per riappropriarsi di una intima armonia. Mi sembra che nel volume esca anche il suo rapporto con la cucina ? E’ il mio quarto libro ed è rivolto alle donne, ci sono tanti consigli per affrontare nel modo giusto nella propria casa i vari momenti dell’anno, dal periodo di Natale che viene proposto in modi differenti da quelli classici, utilizzando come tema il cioccolato, fino ai momenti topici che scandiscono il calendario.
Parlando di casa è inevitabile chiederle, quale è la sua stanza preferita?
Le case non vissute non sono case, la casa ci appartiene, riflette la nostra personalità, ha una sua energia e una sua anima dove amo cucinare per i miei amici, o lasciare loro ai fornelli se ne hanno voglia, o organizzare gare di cucina perché no. La zona a cui sono più affezionata è il salotto nel quale conservo in buon ordine tutti i miei libri. La cucina acquisisce sempre più importanza nella nostra vita, lo è nell’infanzia, nell’adolescenza e anche nella maturità.
Quale è il piatto preferito di Patrizia
Gucci?
Mia nonna era inglese e ricordo con un po’ di acquolina in bocca il dolce delle feste, che si preparava con cura attendendo il Natale. Poi finalmente per noi bambini il grande momento, entrava un cameriere a luci spente reggendo il fiammeggiante Christmas Pudding, il tradizionale dolce inglese farcito di uvetta e canditi, guarnito con una salsa calda a base di uova, latte e cognac, e al termine i regali, appesi ai rami del grande albero. Oggi anche a me piace divertirmi in cucina e tra i piatti più riusciti c’è il soufflé di pere, e la crostata con le arance e cannella che mi sono inventata quasi per caso. E’ un dolce molto buono che riscuote sempre grande successo. Lei vive a Firenze in Toscana da dove è ripartita l’enologia nazionale, ridando dignità e vigore al made in Italy.
Qual’è il suo vino preferito?
Il Brunello è un simbolo italiano ed è un vino che mi piace molto da stappare i certe occasioni, ma amo in particolare i bianchi, se si tratta di brindare la mia scelta va sullo champagne, in altre occasioni oppure a pasto invece scelgo un bianco fermo leggero tra i nostri grandi toscani, è una scelta difficile, l’Italia offre tantissimo, e i nostri vini sono i più buoni del mondo. Due nomi fra tutti? Antinori e Le Ripi di Francesco Illy.
Quale consiglio darebbe a una giovane donna che inizia ora?
Non è facile partire, anche io ho iniziato da giovanissima e non ho avuto sconti perché avevo un cognome famoso, anzi in alcuni casi è stato un fardello ingombrante. Occorre tanta umiltà e determinazione per una donna che si pone determinati obiettivi. Lavorare, lavorare, lavorare, senza porsi con troppa sicurezza, potrebbe dare l’impressione che ci si ritiene già arrivati. Bisogna tirar fuori la creatività che ci caratterizza come italiani e ci ha tolto dai guai già in altri momenti. Ma sto vedendo una reazione positiva da parte delle giovani donne, a Milano stanno nascendo ad esempio gli chef a domicilio, che cucinano per tre, quattro persone fino a venti; nascono agenzie di servizi negli ambiti più strani dove c’è più necessità; sono tempi in cui occorre essere decisi nell’affrontare progetti nuovi senza temporeggiare troppo.