Imprese femminili, in crescita rispetto al 2012: una su quattro, grazie a prestiti e incentivi, è guidata da una donna. I dati di Unioncamere
Che le donne siano uno dei motori dell’economia del nostro Paese ormai è cosa assodata. Lo dimostrano anche le numerose iniziative a sostegno dell’imprenditoria femminile e delle donne che vogliono intraprendere un’attività. Poter scegliere tra le opzioni di prestito più vantaggiose e avere accesso all’importo ruchiesto, infatti, è più facile ora che qualche anno fa, grazie a fondi come quelli del microcredito e incentivi statali. Un discorso a parte, poi, meritano i prestiti online, online, ovvero quei finanziamenti erogati dopo aver inoltrato le pratiche via internet, che spiccano per le condizioni vantaggiose alle quali vengono concessi.
Che sia merito di prestiti o incentivi statali, o semplicemente della grande creatività e capacità organizzativa che da sempre caratterizza l’universo femminile, il dato inequivocabile è che le imprese femminili sono sempre più diffuse e radicate nella realtà del nostro Paese. È quanto emerge dagli ultimi dati diffusi da Unioncamere: a livello nazionale, un’impresa su quattro è gestita da una donna. Le imprese femminili, rispetto al 2012, sono cresciute di 3.415 unità, nonostante la crisi che attanaglia il Paese: “Meno del passato, certo, ma con il coraggio, l’ostinazione e la creatività che tante donne hanno saputo dimostrare nel tempo. E persino con più temperamento della media, visto che il loro incremento è percentualmente superiore a quello del totale delle imprese (+0,24% contro +0,20%)”, si legge nel rapporto dell’Osservatorio Unioncamere. In particolare, a fine dicembre 2013, le imprese femminile erano 1.429.897, per una percentuale pari al 23,6% del totale. Ma se consideriamo i dati regionali, la percentuale di imprese rosa nel territorio cresce fino a toccare quasi quota 30%, come accade, ad esempio, in Molise, Abruzzo e Basilicata.
“Per far nascere un’impresa occorrono risorse economiche. E questo è un grande problema soprattutto, ma non solo, per le molte donne che potrebbero dar corpo alle proprie aspirazioni mettendosi in proprio”, commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. ”Sulla loro strada, tuttavia, esse incontreranno i Comitati per l’imprenditoria femminile, terminale dedicato alle donne delle Camere di commercio, fortemente impegnati in questi mesi nella sensibilizzazione del tessuto produttivo circa le opportunità previste dalla Sezione speciale presidenza del Consiglio dei ministri – dipartimento Pari opportunità del Fondo di garanzia per le pmi espressamente dedicato alle donne, operativa dallo scorso 14 gennaio. Il governo ha scelto infatti i Comitati, con le Camere di commercio, quali presidi territoriali e le nostre strutture hanno messo in campo tutte le energie per attivare punti informativi ad hoc”, conclude Dardanello.
I settori nei quali le donne si dimostrano più pronte ad investire sono il commercio, l’agricoltura e il commercio. Tuttavia anche il settore dei servizi alla persona riscuote un grande successo: nella sanità, ad esempio, la presenza femminile arriva a quota 40%. Seguono le attività di alloggio, la ristorazione e infine l’istruzione: in questi settori, le attività guidate da donne sono una su tre. Infine, se analizziamo i dati su base provinciale, Roma e Milano risultano essere le città con più imprese femminili, con 1.501 e 1.410 unità. Tuttavia, in termini di crescita la palma della vittoria è assegnata a Prato, Novara, Milano e Siracusa, dove le imprese femminili sono cresciute del 2%.