Servizio Pubblico di Michele Santoro ha avuto ieri un grande successo: ecco come e perché.
Nessun grande media italiano sembrava essersi più interessato a lui da quando era stato licenziato dalla RAI, ma da quando, ieri sera, con Servizio Pubblico di Santoro, il conduttore ha fatto arrivare la trasmissione ai vertici degli ascolti pur senza un grande network alle spalle a sostenerlo, il nome del popolare giornalista è tornato di prepotenza sulle pagine di tutti i giornali.
E dire che la RAI ha provato in tutti i modi a ostacolarlo. Ma lui ha fatto la storia della tv un’altra volta. Il trucco per raggiungere più telespettatori possibile è stato semplice, quanto ingegnoso e funzionale: far trasmettere la diretta a varie emittenti private del Bel Paese, oltre che metterla sul web, associandosi a importanti testate come: “La Repubblica”, “Il fatto quotidiano” e “il Corriere della Sera”. Risultato? Uno share tra il 12 e il 14%. La terza trasmissione più vista della serata. Più 800 mila webspettatori che hanno generato uno delle più grandi campagne virali di internet. Lodi sperticate perfino dal poco affezionato Aldo Grassi, popolare critico televisivo che ha spesso stroncato Michele Santoro.
Ora possiamo dire che Servizio Pubblico di Michele Santoro ce l’ha fatta. E dire che la libertà conquistata affrancandosi da Mamma Rai gli ha permesso di portare all’attenzione del pubblico italiano uno dei personaggi più discussi degli ultimi tempi, quel Lavitola di cui tutti parlano, ma che nessuno si è permesso di andare a intervistare. E invece eccolo lì, in prima serata.
La nuova idea del multipiattaforma che allinea diversi media per trasmettere un contenuto, radio, tv e web, è veramente una rivoluzione storica, già andata in beta test nei primi mesi del 2011 quando Santoro aveva deciso di trasmettere la sua trasmissione comunque, dopo il veto RAI.