Sanremo 2012: il festival del non-sense

Il festival di Sanremo che sta andando in onda in questi giorni ha avuto un bello strascico di polemiche e molti dicono che sia un festival senza senso, senza capo né coda con l’unico obiettivo di catalizzare quanta più odiens possibile.

"Festival Sanremo 2012Tanto per citare le polemiche più spinose:

Celentano e il suo monologo della prima serata ha generato così tanto trambusto in casa Rai quando ha mandato a quel paese i due principali giornali di ispirazione cattolica italiani “Famiglia Cristiana” e “Avvenire”, da causare il cosiddetto “commisariamento” del festival. E dire che quando alcuni cittadini erano insorti contro gli ennesimi stereotipi di donna promossi dallo spettacolo di Morandi la Lei non aveva mosso un dito. Invece sono bastate alcune parole del Molleggiato contro giornali della Chiesa per generare un putiferio.

Le mutandine di Belen Rodriguez. E dire che la fortuna sembrava essere girata per il verso giusto quando Ivanka, la valletta cecoslovacca di 19 anni scelta come subrette per lo show della canzone, si era infortunata per un “torcicollo provvidenziale” prima della prima. Ma si è voluto mettere una toppa all’intero sistema e allora ecco approdare una scosciatissima Belen e un’altrettanto scialba Elisabetta Canalis. E qual’è stato il risultato? Che la seconda sera si è passato il tempo a parlare di quale subrette avesse il seno più grande e che il giorno dopo tutti si chiedevano se Belen Rodriguez portasse o no la mutandina.

E dire che neppure le canzoni sono eccezionali. L’unica serata che ci è sembrata degna di un festival è stata la terza, quella di ieri con tanti ospiti e tante canzoni dei tempi passati. Le uniche che sembrano avere ancora la forza di incendiare il pubblico e trasportarlo.

E oltre tutto si avanza l’ipotesi di un danno non da poco causato dal mancato inserimento durante la seconda serata di una fascia pubblicitaria che ha causato una perdita per la RAI di 500 mila euro. Con tali premesse il festival di Sanremo 2012 promette di essere uno dei più insignificanti e inutili della storia.

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