3D GALLERY
extraMOENIA project elements of architecture
in concomitanza con la 14. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia
presenta
ROBERTO ASSENZA
TRACCE
(dialogo con gli artisti)
a cura di
Adolfina De Stefani e Gaetano Salerno
presentazione critica a cura di Gaetano Salerno
inaugurazione sabato 25 ottobre 2014, ore 19.00
Dopo La Corrispondenza del Tutto (gli scatti palladiani del fotografo bassanese Gian Paolo Lucato con i quali è stata inaugurata la rassegna) e la ricerca No More Landmarks dell’artista padovano Emmanuele Panzarini (quattro grandi lavori fotografici incentrati sul tema del grattacielo, simbolo culturale del Ventesimo secolo e espressione di una conquista territoriale realizzata e demarcata da falsi valori), il progetto conclude la propria ricerca con la personale TRACCE dell’artista siciliano Roberto Assenza.
Presenti in galleria, dal 25 ottobre al 23 novembre 2014, otto formelle in vetro lavorato, realizzate per l’evento espositivo come sintesi e riflessione conclusiva della ricerca sul valore del costruire e dell’abitare un territorio, ricercandone con intento filologico, i segni del tempo e delle culture nell’epoca antica, moderna e contemporanea.
Roberto Assenza nasce a Rosolini (Siracusa) nel 1958. Si laurea in Architettura presso l’Università degli studi di Venezia. Dal 1977 al 1993 collabora con studi milanesi e veneti nell’ambito della Conservazione dei Beni Culturali e Artistici e dell’Edilizia Pubblica e Privata. Dal 1998 al 2006 progetta lampadari di tradizione muranese, sculture in vetro e vetrate artistiche per la “Vetreria Artistica Archimede Seguso”. Elabora inoltre alcune realizzazioni in vetro per Tiffany & Co. Dal 2006 è designer responsabile della Linea Tradizione “de Mayo” per la quale firma alcuni dei più maestosi lampadari veneziani quali il Roveto Ardente, I Quattro Elementi e il Muricanu Chocolate.
Le opere del ciclo Tracce rappresentano otto planimetrie storiche delle città venete di Belluno, Mestre, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza. Le trasformazioni che la società industriale e postindustriale hanno prodotto nel tessuto vivo delle nostre città fanno parte di un filone narrativo che da sempre ha interessato Roberto Assenza. Tracce è dunque ciò che resta e ciò che diventa paradigma, ove ancora leggibile, di quelle che dovrebbero essere le relazioni spaziali, sociali, politiche ed economiche nate con la “polis” e che hanno contribuito a segnare tutta la storia della civiltà urbana europea e italiana in particolare. La tecnica usata dall’artista per realizzare le formelle vitree colorate è quella tipicamente veneziana, nata verso la metà del Quattrocento, del cosiddetto “oro graffito”, una nobile e antica tradizione della lavorazione del vetro che consiste nell’applicazione di foglie di oro zecchino tramite un fondente su una lastra di vetro di Murano. In questo modo la superficie dorata può essere “graffiata” e in seguito ripulita e temperata.
Scrive il critico d’arte Gaetano Salerno a proposito di Tracce: “ […] Le linee guida responsabili dello sviluppo più recente di una distorta ma tollerata attitudine ad abitare primariamente un edificio o uno spazio hanno sacrificato l’individuo ad una visione terrena e contingente, spingendolo verso un errato paradigma adattivo che ignora sia l’esigenza di inserire la propria presenza e i propri elementi in uno scenario maggiormente articolato e diffuso, sia l’osmosi della parte nel tutto, lo scambio energetico cioè tra i tre cerchi concentrici – come sosteneva Walter Gropius – rappresentanti rispettivamente l’individuo, il popolo, l’umanità e dei quali il terzo abbraccia il secondo e il secondo il primo. Modificare il contesto abitativo o ricondurre la nostra invasiva presenza ad un concetto dell’abitare un luogo e non semplicemente uno spazio, instaurare rapporti biunivoci e simbiotici significativi con l’ambiente aperto e illimitato piuttosto che con le clausure limitanti delle mura di un edificio, vorrebbe dire riconsiderare e correggere il processo intrapreso da un pensiero postmodernista e industrializzato che ha fagocitato porzioni di libertà, inglobato periferie e campagne, omogeneizzato ambienti fino a creare, nella città diffusa e nel decentramento delle specificità territoriali, l’orrore di una massa unica e unitaria, anonimizzata dalla perdita di centralità e di equilibrio, dall’eccesso di spazio che ha determinato la ripetizione seriale e inarrestabile di non-luoghi. Riguardare dall’alto le nostre città – come suggerisce l’operazione artistica di Roberto Assenza – nella lettura topografica di un passato ormai lontano, può forse aiutarci a riflettere sul principio armonico urbanistico ippodameo la cui valenza etica, tradotta direttamente da Vitruvio, da Leon Battista Alberti, da Andrea Palladio nella prima e seconda ondata di classicità, necessita oggi di una nuova considerazione. Elevare il punto di vista oltre la quinta opprimente delle autoreferenzialità diventa quindi necessario per seguire (e talvolta smarrire) le tracce della nostra crescita individuale e collettiva, intuire come lo sviluppo urbanistico dei nostri luoghi, prima di perdersi nel processo omologante e destrutturante delle identità e dei riferimenti identitari, abbia seguito le anse di un fiume, i crinali di una collina, le ortogonalità di un impianto viario la cui riscoperta archeologica, culturale e funzionale, rappresenta la misura concreta del nostro valore contemporaneo […]”.
I lavori di Roberto Assenza verranno posti in dialogo con una selezione, condotta in itinere, delle molte opere di artisti realizzate specificamente per il progetto extraMOENIA – elements of architecture su invito dei curatori (opere di cm 30 x 30, elaborate partendo da moduli geometrici piani quali il triangolo, il quadrato e il cerchio e ispirati ai principi classici architettonici per riconsiderare, usando le parole di Rem Koolhaas, gli elementi che dovrebbero costituire i riferimenti per un rigenerato e attuale rapporto tra noi, la nostra civiltà e l’architettura), recentemente esposte presso La Barbagianna: una casa per l’arte contemporanea di Pontassieve (Firenze), in occasione della XXIII Rassegna INCONTRI D’ARTE prossime a divenire parte di un evento itinerante che i curatori, a partire dal 2015, promuoveranno in nuovi circuiti culturali e artistici.
Tra i molti artisti che hanno partecipato al progetto:
Stefano Turrini Giovanna Ugolini Daniele Valente Angelo Ventimiglia Piero Viti