La polemica sul referendum sulla legge elettorale è diventato uno degli argomenti del giorno grazie all’imponente numero di firme raccolte in pochissimo tempo: secondo gli organizzatori 1.200.000.
Quello che sconcerta è innanzi tutto l’incapacità di questa classe politica di comprendere i reali bisogni del Paese. Sì perché, come era accaduto in precedenza nel 2011, anche nel caso del referendum legge elettorale, la maggioranza, ma anche parte dell’opposizione, sono stati incapaci di interpretare i desiderata dei cittadini. Più di tutto il numero di firme raccolte ci dice questo. L’agenda politica italiana è ormai dettata direttamente dai cittadini. In passato questa maggioranza aveva sempre avuto il merito o la capacità di coinvolgere l’opinione pubblica su temi che non avevano nulla a che vedere con lei, ma molto con la classe dirigente (di destra e di sinistra): processi brevi, intercettazioni, votazioni su questo o quel parlamentare inquisito.
Ma da un anno a questa parte, i comitati referendari hanno iniziato, trasversalmente, a proporre i temi su cui la politica doveva interrogarsi. Cosa privatizzare e cosa no. Il legittimo impedimento e la legalità in parlamento. In quale direzione dovessero andare gli investimenti in energia. Il Popolo non vuole più farsi incantare dagli imbonitori: vuole parlare di cose serie e del futuro di questo Paese. Futuro che ha poco a che fare con intercettazioni e processi e molto sul bisogno dei cittadini di poter indicare con sicurezza i propri candidati. Il bisogno che in Parlamento ci siano persone fedeli ai cittadini, all’Italia e alla Costituzione più che al capopopolo di turno.
Di contro la politica prende in considerazione i quesiti soprattutto perché continua a porsi il problema del presente. In poche parole non sembra cambiata. E non è cambiata neppure nel modo di giustificarsi e scaricare le responsabilità. In questo periodo si è sentito praticamente di tutto. Ogni posizione presa è stata subito contraddetta. In casa Lega, per esempio, a fronte della spaccatura interna creata da Maroni (ma state pur sicuri che presto si ricucirà con la solita solfa “Avete frainteso tutto” – e a questo punto forse dovrebbero prendere in considerazione l’idea di stare zitti), Calderoli ha scaricato le responsabilità su Fini, Casini e Berlusconi, e sull’opposizione che all’epoca (ma forse si ricorda male) non si era opposta, (come se avesse fatto qualche differenza avendo approvato il porcellum con la loro maggioranza). Come a dire che la legge porcata non è affatto responsabilità di chi l’ha scritta. Ma coalizione vuol dire corresponsabilità. Per esempio la Lega avrebbe potuto non votarla, facendo cadere il governo in anticipo e facendo la vera differenza. Cosa che non è avvenuta. Purtroppo per Calderoli.
Insomma un vero disastro. Su ogni fronte. Ciò che ci si prospetta è un ritorno al Mattarellum? Chissà se sono pentiti in parlamento di non aver affrontato prima il problema legge elettorale. Già si ricorre al solito metodo: fare i cambiamenti indicati dal referendum per non distruggere la legge, mantenendo ciò che piace a Berlusconi: il premio di maggioranza. Ci avevano già provato con il quesito sul nucleare e avevano fallito: chissà come andrà stavolta.
M.F.