Elevato cuneo fiscale e bassi stipendi: questo è quanto ha certificato il rapporto OCSE salari per l’Italia.
Si rischia la paralisi economica in Italia, questo il terrore paventato dall’OCSE per il nostro Stato. L’organizzazione per la cooperazione sviluppo economico giusto ieri ha reso noto come l’Italia sia salita al quinto posto per quanto riguarda il peso del cuneo fiscale (ossia la differenza tra stipendio lordo e stipendio netto) dei 34 Paesi che fanno parte dell’OCSE, e scesa al 16° per stipendio netto. Peggio di noi in Europa solo la Grecia, che al momento è tenuta in vita artificialmente grazie agli aiuti europei.
Poco consolante che Tremonti abbia ribadito per l’ennesima volta di aver tenuto i conti in ordine. E se state pensando ad obiezioni del tipo: ” Ma negli altri Paesi europei il costo della vita è maggiore” Lasciate perdere. I dati OCSE tengono già conto del rapporto tra stipendio e costo della vita.
A stare peggio sono le famiglie. La situazione tipo di una famiglia italiana è la seguente: un lavoratore dipendente, uno o due figli, moglie disoccupata. Per un single della cosiddetta generazione 1000 euro, le cose non vanno meglio. A fronte di uno stipendio di circa 1000 euro infatti, il datore di lavoro ne versa allo stato 2000. Diminuire il cuneo fiscale senza intaccare il rigore dei conti pubblici, tanto decantato come successo dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, sembra impossibile al momento.
La verità è che sono mancate in Italia le politiche per il rilancio della produzione. Se poi si esce dal dato economico e si va a vedere la reale percezione della crisi economica nel Paese ci si rende conto che la famosa ripresa non esiste. I lavoratori dipendenti, classe media, stanno sempre più scendendo verso il basso del ceto sociale. Cosa manca per il rilancio del Paese?
- Ppolitiche per la famiglia: la crisi si è abbattuta pesantemente su di loro
- Lo sgravio fiscale sui lavoratori dipendenti che, con le altissime tasse di oggi, hanno un basso potere d’acquisto
- L’alleggerimento dei costi dei beni di consumo fondamentali per i lavoratori come la benzina e l’energia dovuta in parte ad un ulteriore aumento delle tasse
- Il ristabilimento di reali servizi per il cittadino: alcuni servizi che sulla carta sono pubblici de facto il cittadino li paga due volte: come sanità e le numerose infrastrutture costruite in Projet Financing (cioè con il prezzo per realizzazione a carico del cittadino).
A tutto ciò si aggiunge l’impossibilità del rilancio dell’economia che, ai livelli di crescita Paese odierni, è come se non esistesse (tra lo 0,3 e l’1%). Complice forse il fatto che la sedia del ministro dello Sviluppo economico è stata vacante per almeno un anno dopo lo scandalo Scajola.
Non c’è quindi da stare allegri. E meno male che c’è un governo di destra salito al potere con la promessa della riduzione del peso fiscale. Ad essere più tartassati sono proprio i lavoratori dipendenti. Oggi giorno diventa fondamentale spendere i soldi in modo molto oculato.
Scritto da M.F.