Avete problemi in ufficio o sul lavoro? Niente paura interviene il consulente filosofico.
Non è uno scherzo. La crisi ha portato stress elevati che si sono spesso trasformati in tragedie terribili soprattutto laddove il lavoro era una vera religione e un autentico indicatore dello status sociale di un individuo. Fallimenti di imprese e perdita di ceto sociale hanno indotto molti anche al suicidio.
Quando affrontiamo questi temi non possiamo non pensare alle vere vittime delle speculazioni che hanno arrichito molti e distrutto la vita di tanti. Per supportare i lavoratori si può ricorrere a molti strumenti: psicanalisi, psicologia e religione.
In aggiunta a tutto questo è sorta anche un’altra figura: quella del consulente filosofico istituita in Germania come forma di dialogo e poi trasformatasi in professione. Uno dei più apprezzati è Anna Maria Corradini laureata con master proprio in consulenza filosofica . La consulenza filosofica è applicata a tutti coloro che preferiscono invece di una terapia, un confronto umano e un’introspezione che aiuti a superare il proprio disagio.
Grazie alla consulenza filosfica la filosofia riacquista il proprio valore di sistema di pensiero capace di influenzare in modo attivo la vita delle persona. Il consulente filosofico opera sia sull’individuo che sul gruppo.
In cosa consite la consulenza filosofica? Anna Maria Corradini usa queste parole per descriverla:
L’oggetto del dialogo filosofico, in azienda, riguarda la comprensione e la messa in discussione delle diverse visioni del mondo, ma anche l’analisi dei conflitti che causano manifestazioni di stress lavoro correlato. La ricerca delle possibili soluzioni avviene attraverso riferimenti costanti alla “vita vissuta” nel quotidiano lavorativo. Il consulente filosofico si rivolge, in particolare, a tutti i livelli aziendali, con l’obiettivo di favorire una maggiore comunicazione, trasversale e condivisa.
La differenza sostanziale con le psicoterapie, di qualunque tipo siano, è che, mentre la psicologia tende a considerare il disagio interno come patologia e come tale lo squilibrio emotivo è visto come qualcosa da curare, la filosofia si applica come un’aquisizione di competenze personali, di riflessione e formazione. Una sorta di auto-medicamento che passa attraverso il lento lavoro del pensiero e della riflessione costante.
Più tempo passato a riflettere e ad imparare, insomma. Sarebbe questa la chiave della consulenza filosofica. Di sicuro più aiutare tutti coloro che, non credendosi malati o depressi, rifiutano le visite dagli psicoterapeuti. E allora ben venga anche questa nuova disciplina.
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