Pensioni donne: ecco cosa cambia con la nuova riforma

Fine della pensione di anzianità e anticipo per le donne della soglia di età minima con cui andare in pensione. La ministra Fornero cambia le pensioni delle donne e stabilisce nuove regole valide per tutti.

"pensioni donne"Innanzi tutto va in soffitta dal 2012 il sistema pensionistico basato sulle quote. Al suo posto il sistema contributivo pro-rata valido per tutti e una maggiore flessibilità da parte del “pensionando”. Ma andiamo con ordine.

Dall’anno prossimo cambiano le pensioni delle donne, e l’età minima per ritirarsi dal lavoro per tutte le lavoratrici del privato sarà di 63 anni di età. Dal 2012 la soglia di età aumenterà di dodici mesi ogni anno. Le lavoratrici autonome potranno andare in pensione con minimo 62 anni e mezzo di età.

Le donne che avessero raggiunto l’età per richiedere la pensione di anzianità potranno farlo nel 2012 solo con 41 anni minimi di contributi. 42 per gli uomini.

Va naturalmente peggio agli uomini del privato che dal 2012 andranno in pensione con minimo 66 anni di età.

Vanno definitivamente in soffitta i sistemi a finestra e a quota. Viene invece introdotto un sistema di flessibilità che prevede che siano i lavoratori a decidere quando andare in pensione. Per esempio: una lavoratrice del settore privato che avesse raggiunto l’età della pensione nel 2012 (62 anni) potrebbe decidere se rimanere al lavoro fino ai 70 o scegliere di ritirarsi. Settanta è per gli uomini e per le donne il limite massimo di età lavorativa consentito.

Il contributo pro rata

La riforma della Forleo introduce anche il sistema del contributo pro rata adeguando di fatto il sistema contributivo per tutti, anche a quelli che hanno iniziato a lavorare prima della riforma Dini del 1995 godendo dei benefici della pensione retributiva.

Dal 2012 anche costoro, per gli anni di lavoro rimanenti, avranno il calcolo della pensione su base contributiva.

Inoltre, coloro che avessero raggiunto l’età di 42 anni di contributi (o 41 per le donne) per andare in pensione, dovrebbero farlo con una penalizzazione sulla quota retributiva versata pari al 3% per ogni anno lavorato.

La riforma porterà nelle casse dello Stato un risparmio dai 3 ai 3,5 miliardi nel 2012 e poi di 15 miliardi a regime e punta a uniformare l’età pensionistica uomo/donna nel 2018 arrivando al 2022 con l’età minima a 67 anni per tutti.

Bisogna scordarsi anche l’adeguamento pensione/inflazione, fatta eccezione per le pensioni minime fino a 935 euro.

One Comment

  1. Guenda

    Ormai non esistono più i diritti acquisiti . Sono veramente delusa dopo una vita di lavoro ( insegnante di scuola dell’infanzia) con più di 38 anni di servizio e costretta a lavorare per ancora chissà quanti anni visto che ogni mattina il caro governo porta novità. Come si può garantire alla mia età ( classe 1954) un servizio efficiente e rispondente ai bisogni dei bambini per i quali lavoro . Mi sento più nonna che insegnante nonostante il mio impegno e buona volontà.CHE VERGOGNA!!!

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