Dovrebbe essere più spalmato nel tempo il provvedimento sulle Pensioni Donne che prevede per le donne del settore privato di ritirarsi dai 65 anni di età.
Donne in pensione dai 65 anni ma dal 2025: la sfida sarà pagare loro i contributi, si rischia lo scontro generazionale tra over 60 e generazione 1000 euro?
Ora pare che il Governo ripenserà al sistema di innalzamento dell’età pensionabile per le donne del settore privato, che sarà maggiormente dilatato nel tempo, toccando i 65 anni massimi a partire dal 2025. Le rosee aspettative del Ministero del Tesoro, in pensione dai 65 anni dal 2020, massimo 2022, non saranno quindi rispettate. Ciò per tenere buoni i sindacati che hanno spinto per proteggere il più possibile i diritti delle lavoratrici.
La soglia di vecchiaia comincerebbe a salire a partire dal 2015 con un meccanismo molto graduale. Ciò che è certo è che la partita per le prossime politiche e per la tenuta del governo si giocherà anche su questo.
Ciò che spaventa maggiormente gli analisti, c’era da prevederlo, è il gap generazionale. Non si è ancora compreso chi manterrà il sistema pensionistico italiano, visto il basso numero di giovani chiamati a versare sempre più contributi, sempre meno assunti a tempo indeterminato e con salari sempre più bassi.
Proprio per questo, forse, il Ministro Tremonti, nei giorni scorsi, si è permesso di bacchettare tutti quei datori di lavoro che sfruttano stage e contratti a progetto per pagare meno tasse, meno contributi e meno salari, senza mai assumere a tempo indeterminato. Criticando chi di fatto sfrutta la legge Biagi che ha indubbiamente snellito il mercato del Lavoro, ma ha anche e soprattutto creato una sacca di povertà maggiore, grazie alla furbizia di certi. Ora i nodi vengono al pettine. Servirebbe una legge che tuteli gli stagisti con una paga minima da elargire nei loro confronti. Almeno 600 euro. Servirebbe una legge che tuteli i contratti atipici con un salario più alto rispetto a chi possiede un contratto a tempo indeterminato così da incentivare l’assunzione e tutelare cittadini e soprattutto cittadine. Si rischia altrimenti uno scontro generazionale, l’impoverimento del Paese e il default del sistema Pensionistico.
Cosa ne pensate?
Per approfondire:
http://www.ilsitodelledonne.it/donne-e-lavoro/donne-pensione-65-anni-la-visione-economica-di-tremonti.php
Io lavoro nel pubblico impiego, ma ritengo che sia vergognoso per tutti.Io devo fare più di 40 anni di servizio per avere una pensione di 1000 euro, mentre ai “TRONISTI” del Ministero bastano poco più di tre anni (e qualsiasi età) per avere una pensione da RE (quasi 10.000 euro) senza aver fatto un …… E’ semplicemente vergognoso a 65 anni saremo già morti o rincoglioniti, saranno stipendi sprecati, mentre invece potrebbero darli ai giovani, che ne hanno tutto il diritto per crearsi un avvenire ed una famiglia, mentre noi potremo fare i nonni a tempo pieno! Siamo stufi di subire non se ne può più dobbiamo fare qualcosa!!! E alla svelta!!
ma i sindacati che dovrebbero tutelarci, sono tutti “rincitrulliti”? Io come donna non credo di riuscire a lavorare fino a 65 anni, visto che faccio un lavoro molto pesante e in brutte condizioni climatiche. Vergognatevi tutti!!!!!!!
Direi che i sindacati sono degli emeriti st….hanno venduto i nostri diritti .Doremmo andare in piazza a Roma e come con craxi prenderli non a monetine ma con i san pietrini in testa (sindacati politici ) io ci saro se ci organizzeremo