Le pari opportunità in America funzionano sul serio e non c’è bisogno di quote rosa per far arrivare delle donne nei posti di comando.
Lo dimostra la recente nomina a direttrice di uno dei quotidiani più moderni del mondo, il New York Times, di Jill Abramson. Quello del giornale statunitense è un periodo difficile: si trova a confrontarsi con la perdita di abbonamenti e la sfida del web-journalism. Così quando il precedente direttore Keller ha deciso di lasciare per dedicarsi esclusivamente alla carriera di giornalista, l’editore del New York Times, non ha perso tempo. Ha nominato la vice di Keller direttrice della testata.
Il bello è che non si è perso tempo a pensare se ci fosse una figura maschile altrettanto valida. Si è messo davanti a tutto il bene dell’azienda senza nessun pregiudizio. Quello della carta stampata italiana è un mondo comunque molto variegato. Anche qui le figure femminili sono fra le più presenti. Basti ricordare Bianca Berlinguer che guida il tg3. D’altronde un nostro sondaggio aveva evidenziato come il lavoro di giornalista sia sentito molto come lavoro femminile.
Uno dei maggiori problemi dell’Italia di oggi rimane la gerontocrazia maschilista che ha messo un freno al Paese. Probabilmente è già tardi per le riforme. Lo strumento di leggi che qualifichino il lavoro femminile è incredibilmente degradante per le donne. Ma come si può fare altrimenti? Mancano soprattutto politiche per la famiglia. Uno dei grandi cavalli di battaglia del governo.
Ci sarebbe poi anche da discutere il problema del web-journalism: un’amica giornalista mi ha riferito che molte delle redazioni dei quotidiani italiani fino al 2007 pensava, o forse sperava, che quella del digitale e del web fossero mode passeggere. Purtroppo per loro non è così. Ciò la dice lunga sullo stato di arretratezza che la “gerontocrazia” ha prodotto nella nostra nazione. Che ne pensate? Lo comprereste un quotidiano online, voi?
