Uno studio delle Nazioni Unite mostra come la differenza fra uomini e donne che accedono a internet sia di 200 milioni di individui, a sfavore di queste ultime.
Benché in tempi recenti l’utenza disponga della facoltà di confrontare numerose offerte di telefonia che includono l’accesso illimitato alla rete, le donne che riescono ad accedere ad internet da tutto il mondo sarebbero in netta minoranza rispetto agli uomini.
Secondo il recente rapporto della Broadband Commission delle Nazioni Unite, in materia di pari opportunità, le donne “connesse” sarebbero circa 200 milioni in meno degli uomini.
Su 2,8 miliardi di individui online, 1,3 miliardi sono donne, 1,5 uomini. Il gap è più evidente nei Paesi in via di sviluppo che in quelli occidentali, dove emerge anche che non solo la componente femminile della società si affaccia sul web più tardi, ma anche con maggiori difficoltà, legate sia alla tecnologia a disposizione che alle competenze informatiche. La sperequazione è comune, inoltre, sia per le connessioni da rete fissa, che da quelle con smartphone e tablet.
In particolare, le donne che navigano sul web da device mobili sono circa il 21% in meno degli uomini (ovvero 300 milioni in meno, ndr). Questo, stando alle analisi delle Nazioni Unite, non è solo un problema legato ai diritti delle persone, ma anche economico: se questo gap fosse colmato, infatti, tutto il settore della telefonia mobile guadagnerebbe più o meno 13 miliardi di dollari in più all’anno.
Il ritorno economico di una maggiore espansione dell’accesso al web è indubbio. La Commissione Onu ha calcolato che nei mercati emergenti, come India e Cina, ogni aumento del 10% della popolazione connessa equivale a una crescita dell’1,38% del Pil. Facendo un rapido conto, se altri 600 milioni di donne sbarcassero in rete, il Pil mondiale salirebbe di oltre 18 miliardi di dollari.
Nonostante si tratti solo di un argomento correlato, la Commissione ha sottolineato come sia fondamentale incoraggiare le giovani donne a intraprendere carriere nell’Information Technology. Nel 2015, non ci sarà settore lavorativo – afferma l’Onu – in cui queste competenze non saranno necessarie.
Investire in educazione, pertanto, è imprescindibile. Bisogna far presto: secondo le Nazioni Unite, infatti, senza un’azione decisa in questo senso, basterebbero solo tre anni per aumentare il divario uomo-donna da 200 a 350 milioni.