Le mamme nonne hanno scosso in questo periodo le coscienze e forse causato la modifica della legge sulla fecondazione assistita.
C’è chi se lo chiede da tempo: quali sono i confini della maternità? C’è un limite sociale o culturale oltre il quale concepire non è più lecito? Certo, c’è la menopausa, tuttavia il limite biologico apre una serie di interrogativi importanti: diventare mamma a 50 anni, sul finire dell’età fertile, potrebbe essere pericoloso per il bambino, aumentando i rischi di danni genetici e farebbe sì che il bambino si trovi ad avere un genitore anziano in piena età di crescita.
Come la pensate voi? Per stimolare un po’ il dibattito eccovi alcuni dati e notizie.
Chi è favorevole alle mamme nonne afferma che è anche una questione di parità di genere: perché solo agli uomini dovrebbe essere consentito di diventare padri in tarda età? Gli stessi inconvenienti che ha una donna anziana a educare un bambino li avrebbe anche un uomo.
Recentemente le Regioni hanno proposto di fissare a 43 anni il limite massimo per usufruire della fecondazione assistita con il sistema sanitario nazionale. Forse dietro questa scelta c’è una mera ragione economica. Oltre quell’età infatti le probabilità di restare incinte si abbassa drasticamente e si rischierebbe di gettare al vento molti soldi pubblici per appagare le ossessioni di alcune donne. Ma oltre la ragione economica ce n’è una morale: le madri-nonne non sarebbero in grado di badare ad un figlio in età adolescenziale perché troppo anziane. Verrebbe da ribattere subito: e i nonni che stanno dietro ai nipotini mentre i genitori dei piccoli sono al lavoro? I nonni che di fatto si sostituiscono al sistema assistenziale degli asili nido e delle scuole dell’infanzia? Fanno babysitteraggio gratuitamente e raramente creano danni ai nipotini, anzi. Questa quindi ci sembra una motivazione piuttosto ipocrita, che dite?
Una legge che fissi a 43 anni il limite massimo di fecondazione assistita farebbe aumentare ulteriormente il turismo della procreazione, già molto in voga. Andare a fare ciò che in Italia non è lecito in un altro Paese dell’Unione o in uno dell’Est. Ecco le Nazioni più gettonate per il turismo della procreazione:
- Spagna, ritenuta fra le mete più accettabili nel rapporto tra costi e sicurezza; possiede un sistema sanitario nazionale molto simile a quello italiano; particolarmente attrattiva risulta la zona di Alicante, Cartagena
- Altri Paesi di area Europea molto gettonati sono Belgio e Svizzera, mentre già a un costo più contenuto e con una sicurezza minore si può collocare la Turchia; mentre c’è una new entry: la Grecia, forse grazie alla recente crisi, questa meta è divenuta veramente economica anche per il turismo della procreazione e ambita anche dalle mamme nonne;
- E poi ci sono le classiche mete dell’Est a partire da Kiev in Ucraina per arrivare a Slovenia, Repubblica Ceca, di sicuro mete della disperazione per meno abbienti.
A spingere molte donne a effettuare la procreazione assistita all’estero sono tra l’altro: la possibilità di congelare gli embrioni e quella di fare la diagnosi preimpianto per evitare fin da subito di avere un figlio con malformazioni.
Fino ad oggi il limite italiano per la fecondazione assistita era l’età fertile, terminata la quale non era più possibile effettuare altri impianti. Ora una legge regionale vuole mettere tutto in discussione. Come la pensate? Fatecelo sapere.