Le donne di senonoraquando rivendicano ancora diritti per le donne su questioni basilari: politica, diritti sociali e lavoro.
Le donne sono stanche di essere sempre l’ultima ruota del carro, e lo si era capito benissimo. Ma da ieri il messaggio è inequivocabile, perché lo hanno scandito in centomila da molte piazze italiane. Sono le donne di “Senonoraquando” che a Febbraio 2011 erano scese in piazza contro lo scandalo Ruby, certo, ma anche contro il modo di trattare la donna e la sua dignità in Italia. Che non significa solo rivendicare maggiore rispetto per il corpo femminile. Ma anche chiedere un riconoscimento per il ruolo sociale che la donna riveste nella cittadinanza. Riconoscimento che deve giungere con un trattamento uguale a quello degli uomini, con un’identica valorizzazione del loro lavoro sia quando questo equivale ad un impiego, sia quando, più spesso, è una mansione che sostiuisce le carenze di welfare dello Stato.
Le donne di Senonoraquando vogliono che sia riconosciuta alla popolazione di genere femminile il ruolo sostitutivo di determinati servizi e vogliono ancora di più cambiare questa situazione.
Da Torino una delle organizzatrici, Laura Onofri fa sapere che in Italia le donne sono presenti nei movimenti e nelle associazioni, ma non nei luoghi dove si prendono le decisioni. Da lì sono bandite.
È ora che le donne si riprendano la capacità decisionale.
E non sono mancate le proteste contro la recente manovra e riforma pensionistica. Polemiche nate dall’irrigidimento delle posizioni del governo Monti nei riguardi delle donne.
Ma sarebbe sbagliato incentrare tutta la problematica delle pensioni su una questione di genere.
Sbagliato perché la questione pensione è prima di tutto una questione generazionale.
Siete d’accordo?
…mi stavo interrogando con delle colleghe sul tema donne e voto..ci chiedevamo qual’è il tema che più coinvolge le donne, che le fa andare a votare, che muove in loro l’esigenza a dire la propria..
Penso che molte donne in Italia abbiano votato per tanto tempo con la convinzione che sarebbe capitato un cambiamento. Forse oggi è ora che le donne più che votare un uomo che faccia qualcosa per loro, si rimbocchino le maniche e comincino a fare qualcosa per se stesse. Leggi per il lavoro femminile serie, leggi per la parità di genere e culturale serie. Bella domanda, comunque. Io una che mi dicesse: “renderemo il congedo di paternità obbligatorio per tre mesi e non tre giorni” la voterei. Voterei chi promettesse asili nido comunali con orari più misurati sui bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori. E voi chi votereste?