Il decalogo antiviolenza suscita perplessità e scandalo

Condannato dalle riviste femministe online, il vademecum antistupro, distribuito per le strade di Roma ha fomentato un mare di polemiche.

Vademecum antistupro: Polemica inutile o seria controversia sulla libertà femminile e sulla condizione delle donne? Diteci la vostra.

 

"vademecum contro la violenza sulle donne polemica"Questa mattina seguivo alla radio la trasmissione “Prima Pagina” su radio3. Mi ha colpito molto l’intervento di una radio ascoltatrice che lamentava l’atteggiamento antiviolenza tenuto dal comune di Roma che distribuiva vademecum antiviolenza detto anche decalogo antiviolenza.

Citava un proverbio del nord, la signora che fa: “Che a piasa, che a tasa, che a staga casa” (che piaccia, che taccia che resti a casa) che identificherebbe il tipo di donna che piace di più agli uomini. In effetti il sistema del Vademecum, che anche noi abbiamo sponsorizzato, dà delle norme di buon comportamento che tenta di far evitare alle donne rischi inutili.

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Naturalmente non è la soluzione, poiché una reale eliminazione del problema sta:

  • nel cambiamento delle pene nei confronti di molestatori e violentatori,
  • nella sorveglianza maggiore delle forze dell’ordine,
  • nella stretta nei confronti degli stupratori promessa all’elezione da Alemanno e mai mantenuta.

Tuttavia, per ragioni pratiche, è utile qualsiasi mezzo per arginare il problema. Che poi il Vademecum fosse abbinato ad uno speciale apparecchio GSM e che sia stata una grande campagna pubblicitaria, questo può anche essere. Comunque va dato il merito alle donne che lo hanno creato di essersi interessate e appassionate al problema.

Certo, coloro che affermano che la colpa è delle donne se vengono violentate perché girano liberamente per la strada è la più grande sciocchezza che sia stata mai detta. Occorre ben più di questo mezzuccio, il decalogo o vademecum, per risolvere la questione: ne siamo consapevoli.

E d’altra parte basta scorrere brevemente il vademecum per accorgersi di quali importantissimi consigli vengano elargiti… e permetteteci di essere almeno un po’ ironici. Siamo quindi con le donne che oggi in piazza Trilussa manifesteranno contro i consigli offensivi offerti dall’amministrazione del Comune di Roma alla Cittadinanza femminile. Ma siamo anche con tutte le donne che ogni giorno si ritrovano a dover sopportare e affrontare soprusi più o meno legali, mobbing più o meno tutelati, molestie più o meno gravi.

Il consiglio di non mettersi in situazioni pericolose è un consiglio pratico. Non va tralasciato. Certo sarebbe bello potersi mettere una minigonna quando si vuole senza per questo avere il timore di essere aggredite, passeggiando in alcuni quartieri poco raccomandabili. La verità però è che non esistono luoghi sicuri. Si può essere avvicinati da malintenzionati sull’autobus o essere aggredite dal vicino di casa in un paesino molto civile del bresciano. Oggi come oggi, le grida anti-strupro lasciano il tempo che trovano. I criminali sono favoriti da una giustizia lenta, tre gradi di giudizio per ogni reato, e da carceri sovraffollate. Spesso le vittime donne sono fatte passare dalla parte del torto. Quando il mondo va così, per arginare un fenomeno grave come gli stupri della Capitale, in ascesa, assieme alle aggressioni contro i gay, tutto torna utile, perfino qualche consiglio che andava bene negli anni ’50. E questo fa riflettere… che sia tornato in voga.

Il consiglio oggi rimane buono, perché vengano stuprate sempre meno donne, mentre si lotta per cambiare le cose per sempre.

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