FONDAZIONE PANGEA PRESENTA IL primo RAPPORTO sulla dimensione di genere della povertà e sugli strumenti offerti alle donne per uscire dall’esclusione sociale e finanziaria.
Sono oltre 40 mila le donne che, dal 2003 ad oggi, hanno potuto cogliere un’opportunità di vita grazie all’empowerment economico e sociale che Fondazione Pangea Onlus (www.pangeaonlus.org) ha favorito attraverso programmi di microcredito e microfinanza in Afghanistan, Nepal, India e, in fase sperimentale, con progetti pilota anche in Italia.
In occasione della Giornata Mondiale della Lotta contro la Povertà che si celebra oggi, 17 ottobre, la Onlus fondata e presieduta da Luca Lo Presti rende per la prima volta noti tutti i risultati, gli strumenti e le modalità di lavoro della sua struttura apolitica nell’inedito rapporto “Donne: ripartire da sé. La microfinanza di Fondazione Pangea come strumento per uscire dalla povertà attraverso un processo di empowerment” [qui il Report completo] redatto da Simona Lanzoni (Vice Presidente e responsabile dei Programmi) e frutto di 12 anni di attività internazionale in Paesi dove la discriminazione di genere raggiunge livelli altissimi e non più sostenibili.
Articolato in due parti principali, il rapporto Pangea offre nella prima parte un dettagliato lavoro di analisi e raccolta (con dati e statistiche a supporto diffusi negli anni da numerosi accademici e dalle principali istituzioni internazionali) sul ruolo socio-economico della donna a livello internazionale, confermando la tesi che investire sull’empowerment delle donne porta verso la parità di genere, l’eliminazione della povertà e la crescita economica sostenibile e inclusiva.
Mentre nella seconda parte, il rapporto presenta un resoconto dettagliato dei progetti di microfinanza e microcredito promossi dalla Onlus nei Paesi interessati, iniziando dall’Afghanistan, primo territorio nel quale la Fondazione è presente sin dal 2003 con il Progetto Jamila e che ad oggi ha concesso 2.592 microcrediti per un totale di 482.965 €, tutti investiti in attività di microimprenditorialità femminile con un tasso di restituzione record del 99%.
Un caso emblematico, quello afghano, che evidenzia il successo dei progetti di microcredito promossi da Pangea che ad oggi ha coinvolto oltre 19mila persone, avvalendosi di partner locali e cinque “centri donna” di Kabul composti da un personale qualificato formato negli anni da Pangea.
Insieme ad un resoconto dei progetti di promozione dell’empowerment femminile sostenuti dalla Onlus in India attraverso il Progetto Koppal nello stato del Karnataka (2006-2013) e il Progetto Donne Disabili negli slum di Calcutta (2007-2014), così come in Nepal con il Progetto Sharma (2005-2010), il rapporto 2014 di Fondazione Pangea dedica alcune importanti pagine anche al suo operato in Italia.
Nel nostro paese, infatti, in attesa dei regolamenti del Testo Unico Bancario, Pangea ha creato negli anni una partnership con Banca Popolare Etica per erogare credito sulla base di un fondo di garanzia e ha lanciato progetti pilota di microcredito per l’avvio all’impresa (come il progetto “Futura” nel 2012-2013), concedendo ad oggi 6 microcrediti per un totale di 61mila euro.
Estratto del paragrafo dedicato alle conclusioni del Rapporto.
Gli elementi che fanno da filo conduttore nei programmi di Fondazione Pangea:
• i metodi d’intervento e l’applicazione delle tecniche di microfinanza e microcredito utilizzate, diversi a seconda del contesto in cui si interviene, ma tutti attuati in una visione di sviluppo olistico della persona, affinché generino un empowerment economico e sociale reale e duraturo nel tempo. A strumenti prettamente finanziari, Pangea affianca sempre servizi non finanziari di formazione tecnica legata alle attività di imprenditoria, di gestione del credito e raccolta del risparmio e, oltre a essi, strumenti che rafforzino nelle donne le capacità di leadership, l’autostima, la consapevolezza dei propri diritti, della propria salute, le capacità (alfabetizzazione etc.);
• ogni programma nasce da un confronto con le donne delle comunità presso cui si va a operare; ogni microcredito è concesso sulla base di regole trasparenti tra Pangea e la richiedente.
• il microcredito di Pangea ha una sua specificità rispetto ai legami con il territorio, alla filiera corta della produzione e della vendita, alla rete locale che si sviluppa attraverso e intorno a una microimpresa o attività di auto impiego. Ciò non toglie che le attività sviluppate possano essere nel tempo ampliate su scala e avere buone potenzialità per essere esportate in altri contesti.
• Fondazione Pangea, lavora nel mondo con staff principalmente composto da donne, contrariamente a quanto succede nella la maggioranza delle strutture che lavorano nella microfinanza e che in genere hanno una governance ai livelli apicali e operativi quasi completamente costituita da uomini, pur rivolgendosi a un target di mercato composto da donne.
• La microfinanza e il microcredito non sostituiscono un piano industriale di rilancio dell’economia. Sono però uno strumento finanziario diverso, frontale, flessibile, che potenzialmente può rispondere a quel fermento di rinnovazione sotterranea che c’è, malgrado povertà o crisi, nell’economia, e che non deve restare nell’informalità ma emergere e partecipare alla spinta propulsiva per la costruzione di nuovi modelli economici, sostenibili, innovativi e di economia sociale.