Ricordate gli esperimenti di fusione fredda e l’e-cat di Andrea Rossi?Ne avevamo già parlato in passato e da allora la questione è evoluta in vari modi. Innanzi tutto l’esperimento per la produzione di 1 megawatt di corrente non ha ancora avuto luogo. Difficile quindi sapere se il macchinario di Andrea Rossi avrà gli effetti desiderati.
Poi sono sfumati anche i rapporti industriali con l’azienda greca che aveva promesso di produrre il macchinario in serie. Inoltre anche i rapporti americani dell’Ingegnere sembrano essersi guastati. Ad oggi nessun organismo statale statunitense sembra essere ancora interessato al prodotto.
Lo scorso 6 ottobre è stato organizzato a Bologna un nuovo esperimento che pur avendo avuto esiti positivi non è stato ancora in grado di provare in modo del tutto esatto la quantità di energia effettivamente prodotta. L’esperimento ha avuto spettatori di una certa caratura scientifica.
Sotto gli occhi dei giornalisti del magazine italiano Focus e di quello svedese NY Teknik l’enerty catalyzer di Focardi-Rossi ha prodotto energia in modo stabile per circa tre ore. Dopo un breve avvio per generare la reazione nucleare di fusione fredda, l’e-cat ha continuato a produrne da sé con un disavanzo interessante e calcolato dagli strumenti per difetto. Ciò significa che probabilmente produce più calore di quello verificato dagli strumenti.
Questa è infatti la notizia positiva: lo strumento sembra funzionare. L’altra notizia è che Rossi sembra ora intenzionato a portare sul mercato l’E-cat il prima possibile senza aspettare l’arrivo dei brevetti, ancora in corso di approvazione e relegando ai consumatori la decisione finale. Chi segue da tempo questo avvenimento parla di un evento epocale sul piano tecnologico e ambientale. L’e-cat potrebbe sostituire quasi completamente il sistema sia di riscaldamento casalingo che di produzione di corrente elettrica.
E qui spazio ai complotti. Cosa ne sarà dell’invenzione una volta che si scontrerà con le lobby del petrolio? Già in passato un prodotto di Rossi aveva dovuto cedere il passo di fronte alle lobby. Parliamo della sua precedente esperienza di petrolio dai rifiuti della Pendragon. Da quell’esperienza che consisteva nel ricreare artificialmente un sistema che simulasse il processo di produzione naturale del petrolio, furono ricavate importante esperienze, poi usate per la creazione di biogas.
Probabilmente le defezioni di questi ultimi mesi la dicono lunga sulla reale possibilità di questo prodotto sul mercato. O forse Rossi ha un altro asso da tirar fuori dalla manica? Staremo a vedere. Intanto sappiamo che è pronto anche l’impianto di produzione di energia per un megawatt di corrente. È stoccato lì e aspetta la sua messa in funzione. Avverrà a breve? Chi può dirlo. Attendiamo gli sviluppi ansiosi di sapere se il futuro dell’umanità sarà verde e gratuito o rimarrà ancorato agli idrocarburi.
Ricordate gli esperimenti di fusione fredda e l’e-cat di Andrea Rossi? Ne avevamo già parlato in passato e da allora la questione è evoluta in vari modi. Innanzi tutto l’esperimento per la produzione di 1 megawatt di corrente non ha ancora avuto luogo. Difficile quindi sapere se il macchinario di Andrea Rossi avrà gli effetti desiderati.
Poi sono sfumati anche i rapporti industriali con l’azienda greca che aveva promesso di produrre il macchinario in serie. Inoltre anche i rapporti americani dell’Ingegnere sembrano essersi guastati. Ad oggi nessun organismo statale statunitense sembra essere ancora interessato al prodotto.
Lo scorso 6 ottobre è stato organizzato a Bologna un nuovo esperimento che pur avendo avuto esiti positivi non è stato ancora in grado di provare in modo del tutto esatto la quantità di energia effettivamente prodotta. L’esperimento ha avuto spettatori di una certa caratura scientifica.
Sotto gli occhi dei giornalisti del magazine italiano Focus e di quello svedese NY Teknik l’enerty catalyzer di Focardi-Rossi ha prodotto energia in modo stabile per circa tre ore. Dopo un breve avvio per generare la reazione nucleare di fusione fredda, l’e-cat ha continuato a produrne da sé con un disavanzo interessante e calcolato dagli strumenti per difetto. Ciò significa che probabilmente produce più calore di quello verificato dagli strumenti. (per saperne di più, leggi l’articolo di NY Teknik tradotto in italiano)
Questa è infatti la notizia positiva: lo strumento sembra funzionare. L’altra notizia è che Rossi sembra ora intenzionato a portare sul mercato l’E-cat il prima possibile senza aspettare l’arrivo dei brevetti, ancora in corso di approvazione e relegando ai consumatori la decisione finale. Che questa non sia una bufala lo dimostra il contest lanciato dall’ingegnere per determinare il design dell’oggetto e-cat e un logo accattivante per il prodotto. Maggiori informazioni potete trovarle qui, casomai foste interessati.
Chi segue da tempo questo avvenimento parla di un evento epocale sul piano tecnologico e ambientale. L’e-cat potrebbe sostituire quasi completamente il sistema sia di riscaldamento casalingo che di produzione di corrente elettrica.
E qui spazio ai complotti. Cosa ne sarà dell’invenzione una volta che si scontrerà con le lobby del petrolio? Già in passato un prodotto di Rossi aveva dovuto cedere il passo di fronte alle lobby. Parliamo della sua precedente esperienza di petrolio dai rifiuti della Pendragon. Da quell’esperienza che consisteva nel ricreare artificialmente un sistema che simulasse il processo di produzione naturale del petrolio, furono ricavate importante esperienze, poi usate per la creazione di biogas.
Probabilmente le defezioni di questi ultimi mesi la dicono lunga sulla reale possibilità di questo prodotto sul mercato. O forse Rossi ha un altro asso da tirar fuori dalla manica? Staremo a vedere. Intanto sappiamo che è pronto anche l’impianto di produzione di energia per un megawatt di corrente. È stoccato lì e aspetta la sua messa in funzione. Avverrà a breve? Chi può dirlo. Attendiamo gli sviluppi ansiosi di sapere se il futuro dell’umanità sarà verde e gratuito o rimarrà ancorato agli idrocarburi.