Il numero di donne in Internet evidenzia un ritardo delle internaute rispetto ai corrispettivi maschili ma pullulano le iniziative per una ripresa
Se sono principalmente le donne in casa ad occuparsi del risparmio sulle utenze domestiche mettendo le offerte Infostrada per l’adsl a confronto con quelle di Fastweb o di altri operatori, sono poi gli uomini a servirsi in misura maggiore della rete Internet.
Lo dimostra il rapporto su I cittadini e le nuove tecnologie pubblicato da Istat nel 2014 calcolando come il 62,3% degli uomini navighi abitualmente in rete a fronte di un 52,7% relativo alle donne in Internet.
Secondo Cristina Lasagni, docente universitaria di sociologia delle comunicazione, il ritardo delle donne in Internet è da imputarsi principalmente ai modelli sociali dominanti che ancora, dopo secoli, affliggono il Paese.
Innanzitutto le donne sono entrate in contatto con la rete in ritardo rispetto agli uomini perché ostacolate nel lavoro. È infatti la professione a costituire il primo momento di contatto di molti non nativi digitali con Internet e parallelamente è una buona retribuzione a consentire l’accesso alla tecnologia. La stessa divisione sessuale del lavoro agisce tra le pareti di casa, dove l’uomo si sente legittimato nello svagarsi di fronte a pc o tablet, mentre lei si prende cura della casa e dei figli. A queste ragioni di carattere strutturale si aggiungono a limitare la presenza delle donne in Internet anche quelle storiche.
Complice una divisione del sapere antichissima ma ancora viva, il rapporto degli uomini con la tecnologia è sempre stato, infatti, più forte, di quello del gentil sesso, confinato all’acquisizione di competenze relative all’ambito della cura. Va da sé che l’immaginario sociale è rimasto permeato di queste suggestioni come dimostrano anche le pubblicità dei primi personal computer, rivolte esclusivamente al sesso maschile, e la reticenza tipica delle donne a questo genere di apparecchi.
E il divario tra uomini e donne in Internet sembra accentuarsi sempre più con l’avanzare dell’età, definendo un picco fra gli over 60. E proprio tale “Gender digital divide” commenta Flavia Marzano, docente di tecnologie per l’amministrazione digitale alla Sapienza di Roma, “rappresenta una mancata opportunità per le donne di crescere e fare carriera”.
“Se è vero”, continua, “che gli adolescenti, maschi e femmine, usano più o meno allo stesso modo pc, smartphone, tablet e internet poi però intraprendono strade diverse e poche ragazze si iscrivono alle facoltà di ingegneria o di informatica, privandosi così della possibilità di essere protagoniste dell’innovazione tecnologica”.
Le professioniste donne in Internet, infatti, sono solo il 30% dei 7 milioni di lavoratori ICT d’Europa.
“Uno spreco di talenti, idee, capacità, ma anche di opportunità non colte”, commenta Nadia Caraffi, presidentessa dell’Ewmd, “se le donne rimangono ai margini della cultura high-tech che oggi pervade la nostra quotidianità”.
Ma proprio grazie ad iniziative come questa dell’European women’s management depelopement che, insieme alla facoltà di ingegneria dell’Unversità di Modena e di Reggio promuove il progetto Ragazze digitali: idee per un futuro smart!, ecco che le donne in Internet stanno aumentando, promuovendo passo dopo passo un cambiamento socio culturale di grande importanza.