Una delle donne dell’unità d’Italia più rappresentative non può che essere la veneta Tonina Masanello.
Fino ad oggi abbiamo sempre creduto che le camicie rosse garibaldine fossero state composte esclusivamente da uomini. Ma sappiamo che tra loro, travestite da maschi, militarono anche alcune donne. Fra queste la più nota è la guerriera di Garibaldi, Tonina Masanello.
Veneta di provenienza, bionda ed esile di corporatura questa soldatessa ante litteram fu capace di diventare un caporale al fianco dell’Uomo dei Due Mondi.
Nata nel 1833 da una famiglia povera dalle parti di Cervarese, la donna si sposò in giovane età e dimostrò subito assieme al marito, di cui non si conosce neppure il nome, una passione fortissima per gli ideali unitari. Per questo motivo ricevette le attenzioni della polizia segreta austriaca che la costrinse a prendere la figlia appena avuta e partire col marito per Modena. Qui affidano la bambina a una persona di fiducia e si dirigono a Genova dove sta per salpare la spedizione dei Mille.
Arrivati quando il Piemonte e il Lombardo erano già partiti si uniscono alla compagnia del pavese, tutti e due, marito e moglie. Lei però, Tonina Masanello si finge uomo e si fa passare per il fratello del marito. I due arrivano fino in Sicilia dopo la vittoria di Calatafimi. E Tonina fa carriera. Ottiene il brevetto di Caporale, passa indenne attraverso numerose battaglie come quella del Volturno e, nonostante combattesse accanto al marito ferito più volte, lei come detto rimase sempre incolume.
Si narra che un giorno Garibaldi si fosse avvisto del vero sesso della combattente quando questa, in uno scontro, perse il berretto rivelando una chioma bionda lunghissima. Comunque a conoscere la sua vera identità furono almeno in due: il Maggiore Bossi, e il colonnello Ferracini.
Dopo l’unificazione la famigliola Masanello si riunì a Firenze. Tonina però si ammalò gravemente di tisi e a causa delle ristrettezze economiche morì di lì a poco nel silenzio generale, senza che nessuno, a parte i familiari, potessero conoscere l’incredibile storia di questa donna. Oggi ci fa piacere riproporvela. La sua leggenda le sopravvisse però. Troppo era l’orgoglio per i veneti e per tutte le donne del popolo di aver visto accanto ai soldati dell’Unità d’Italia, anche una autentica guerriera italiana. La sua storia si raccontava a filò, fra i contadini, nelle stalle, alla sera. E riempiva di orgoglio patriottico. Oggi la sua tomba si trova a Trespiano, sotto il pennone sul quale è issato il tricolore e sulla sua lapide è stata incisa la strofa di un’ode del Dell’Ongaro: “Era bionda, era bella, era piccina, ma avea cuor di leone. E se non fosse che era nata donna, poserebbe sul funereo letto colla medaglia del valor sul petto. Ma che fa la medaglia e tutto il resto, pugnò col Garibaldi e basti questo”.
BUONGIORNO, VOLEVO PRECISARE CHE ANTONIA MASANELLO E’ SEPOLTA NEL CIMITERO DI TRESPIANO COL NOME DI TONINA MARINELLO, IN QUANTO QUESTO ERA IL COGNOME DEL MARITO CHE SI CHIAMAVA BARTOLOMEO MARINELLO. IO CHE SONO UN LONTANO DISCENDENTE E VIVO IN PROVINCIA DI FIRENZE RINGRAZIO VOI E TUTTI QUELLI CHE HANNO TOLTO DALL’OBLIO QUESTA FIGURA EROICA PORTANDOLA ALL’ATTENZIONE DEL MONDO, VISTO CHE QUESTA STORIA ERA ORMAI NOTA SOLTANTO NELLA NOSTRA FAMIGLIA E NEL PAESE DOVE ERA NATA.