Il portale #Skuola.net ha intervistato 15.268 ragazzi per la campagna educativa itinerante “Una vita da social” ideata dalla #Polizia Postale e delle Comunicazioni
Dall’analisi dei dati emerge che ben 1 ragazzo su 3 si è dichiarato vittima di episodi di bullismo e che la fascia più esposta è quella compresa tra i 14 e i 17 anni dove circa il 40% dei ragazzi subiscono atti di bullismo. La ricerca dimostra come siano in crescita anche casi di “bullismo in rosa“. Una vittima su tre denuncia la presenza femminile tra gli aggressori, bulli che agiscono nel 72% dei casi in gruppo e che tendono a preferire vittime dello stesso loro sesso. In contro tendenza con le notizie di cronaca degli ultimi periodi, il bullismo continua a svilupparsi in maniera significativa al di fuori del mondo virtuale: quasi il 90% delle vittime è stato coinvolti in atti di prevaricazioni e bullismo esclusivamente o prevalentemente nella vita reale.
Gli episodi di bullismo on line colpiscono in maniera maggiore le persone di sesso femminile rispetto a quelle di sesso maschile, ma anche gli intervistati nelle fasce d’età che vanno dagli 11 ai 13 anni.
Le vittime mostrano una certa reticenza e difficoltà a parlare e denunciare gli atti di bullismo subiti, il 30% non ne parla con nessuno. In primis per un senso di vergogna (30%), in secondo luogo perché si ha l’esigenza di farsi giustizia da soli (24%), questo soprattutto da parte dei ragazzi maschi.
Tra i 14 anni e i 17 anni la percentuale delle vittime nel silenzio è in crescita, mentre tra gli 11 anni e i 13 anni c’è una propensione maggiore a confidarsi con gli adulti, genitori, professori, parenti, eccetera. Circa il 42% si confida coi genitori. Sempre dall’indagine emerge che anche chi assiste a episodi di bullismo non ama parlarne, il 25% preferisce rimanere in silenzio. Atteggiamento di matrice omertosa dettata dal fatto che “mi hanno insegnato a farmi gli affari miei”
Antonio Apruzzese, Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, afferma che coi i dati in possesso e la maturata esperienza nelle nelle scuole, a diretto contatto con gli studenti si ha una conferma di quanto il fenomeno sia diffuso tra i minori. Il bullismo al femminile è un elemento che desta preoccupazioni. Sempre più “bulle” sono coinvolte in gravi episodi di violenza ai danni di coetanee.
“L’unica arma veramente efficace” – conclude Apruzzese – “è l’incisiva e costante campagna di sensibilizzazione e prevenzione per i ragazzi e di formazione informazione per insegnanti e genitori che, la Polizia di Stato, attraverso il progetto educativo itinerante “Una vita da social” realizzato in collaborazione con il MIUR e l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, ha permesso di raggiungere sul territorio e sui social, come facebook e twitter, un numero elevatissimo di adolescenti, ragazzi e genitori“.