#CHIRURGIAESTETICA: FIGLIE ALLE MAMME, “RIDICOLE”

 

Nella foto, Jackie Stallone

Nella foto, Jackie Stallone

Il medico Maria Grazia Caputo: “Interventi invasivi anche dove sono sufficienti semplici trattamenti”

Figlie contro mamme nella “guerra” anti-ritocco. Per le donne romane bocciatura senza appello. Il dato è frutto di una ricerca condotta da Maria Grazia Caputo, in servizio presso un grande ospedale di Roma e titolare di un noto studio medico della capitale, su un campione di 600 giovani under 25 residenti a Roma, figlie di donne che si sono sottoposte ad interventi di chirurgia estetica. Con un questionario on line somministrato nei mesi di marzo e aprile, si è voluto indagare più a fondo nel rapporto madri-figlie, spesso conflittuale, se non addirittura rivalitario.

A finire sotto esame sono principalmente le scelte estetiche delle madri.

Troppo “innaturali” per la stragrande maggioranza del campione (37%) che ritiene, invece, l’invecchiamento un fattore “normale, fisiologico e inevitabile”, da accettare e non combattere a tutti i costi. Il 20% definisce “imbarazzante” avere una madre “rifatta”, magari oggetto di scherno dei compagni di scuola o degli amici. Il 19% delle intervistate bolla come un “inutile spreco di denaro” la velleità della mamme di ricorrere al bisturi. Addirittura il 12% trova “immorale o gravemente sconveniente” la scelta di sottoporsi ad interventi invasivi di chirurgia estetica, specie se oltre i 65 anni. L’8%, infine, individua nella “perdita di espressione del volto e nell’innaturalità di sorriso e sguardo” la principale critica verso la decisione delle madri.

A scorrere le risposte delle figlie, sotto accusa finiscono i punti chiave nella bellezza di una donna. Criticati in primis gli interventi alle labbra che, per il 32% delle intervistate, restituiscono un “aspetto volgare e innaturale al viso”, facendo apparire le mature mamme quasi come delle caricature di se stesse. Stessa motivazione per gli zigomi (27%) e per il mento (23%), colpevoli di “mutare troppo radicalmente il disegno armonico del volto”. Se si parla invece di seno e lato b, a fare la differenza è il modo in cui viene svolto l’intervento.

Per il 20% del campione, una mastoplastica additiva esagerata, alla “Pamela Anderson”, è “fastidiosa, imbarazzante e del tutto fuori luogo”, così come la liposuzione al sedere che, se non accompagnata da una dieta o da attività fisica, è percepita come “inutile, se non addirittura antiestetica”. Per il 24% delle figlie, a pesare sulle critiche che muove alla propria madre sono anche gli “esempi”, ovvero le storie di star del cinema e dello spettacolo deturpate da interventi di chirurgia estetica, sempre molto presenti nella stampa gossip o rosa, in Italia come all’estero.

Più tollerati, invece, gli interventi soft, senza anestesia ne utilizzo di sale operatorie. In primis le azioni per infoltire la chioma. La tricologia applicata alle donne è ben accetta da oltre il 40% del campione, così come ogni azione di  tintura dei capelli o di extension. Per il 73% delle figlie viene promossa a pieni voti la medicina estetica in generale, in quanto “meno invasiva, più sicura e con effetti che possono essere tenuti facilmente sotto controllo”. Il 42% delle figlie consiglierebbe alle rispettive madri un trattamento di rimodellamento delle labbra con acido ialuronico, ottenendo così una bocca più carnosa e dal profilo più giovanile. Per attenuare le rughe di espressione, il 35% suggerirebbe un trattamento a base di botulino, mentre il 23% è a favore della carbossioterapia, iniezione a livello sottocutaneo di anidride carbonica con la quale si combatte la cellulite e i cuscinetti adiposi.  

A volte la ricerca della giovinezza a tutti i costi diventa ossessione e induce in errore. E’ per questo che non mi sorprende il risultato della ricerca – afferma il medico estetico Maria Grazia Caputo – Negli ultimi anni, infatti, diverse sono le mamme che entrano nel mio studio accompagnate direttamente dalle proprie figlie. E sempre più spesso si assiste a piccoli dibattiti generazionali sulla tipologia di trattamento da applicare. E’ solo grazie ad un tipo di informazione mirata che va fatto capire quanto sia importante ritardare quanto più possibile la “comparsa dei segni del tempo” piuttosto che intervenire tardivamente. Spesso ci si sottopone ad interventi chirurgici non strettamente necessari, quando si può intervenire con azioni meno invasive ma altrettanto efficaci, soprattutto mirate  a gratificare la donna e accrescerne l’autostima”.

Lo studio rivela, infine, quali sono le motivazioni che, secondo le figlie, spingono le madri al ritocco. Per il 31% del campione, al primo posto c’è la paura di essere tradite dal proprio uomo, che sia un marito o un compagno, seguita dal desiderio di competere con le altre donne (28%), sia sul luogo di lavoro, dove apparire giovani è sempre più importante, che nella vita di tutti i giorni. Al terzo posto, con il 25% delle preferenze, c’è la classica e generica “paura di invecchiare”, come se una rinoplastica o una liposuzione fosse l’elisir dell’eterna giovinezza. Infine, ma abbastanza sorprendente, per il 13% delle intervistate, la madre si rifà per assomigliare alla propria figlia, che spesso ne ricorda le sembianze in gioventù.

La guerra del ritocco non ammette, quindi, tregue generazionali. Con buona pace di chi professa sobrietà, specie se in famiglia.

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