Si chiama Anna Maria Artoni, è bolognese, presidente dei giovani industriali dell’Emilia Romagna, è una quarantenne e ha gli apprezzamenti di Montezzemolo e del “Terzo Polo”.
Ora pare vogliano trasformarlo nel nuovo volto della politica italiana, appoggiata da Fini, Casini e Rutelli, e Montezzemolo. La sua candidatura a presidente (e badate, si tratta ancora solo di voci inconsistenti come l’aria) potrebbe essere una buona reazione al demoralizzante maschilismo politico imperante nel nostro Paese in questo periodo.
Va quindi a lei tutta la nostra stima e i nostri auguri. Ma si sa che in politica non basta così poco per arrivare al successo. C’è bisogno, si dice oggi, di avere la capacità di narrazione, che tradotto si può leggere, la capacità di darla a bere agli elettori. Negli agoni politici fino ad ora Artoni è uscita senza troppe ammaccature. In tv viene bene. Telegenica, capace di reggere gli assalti e gli insulti di giornalisti e politici, portatrice delle idee dei giovani (è stata anche presidentessa dei giovani di Confindustria), imprenditrice a capo del gruppo Artoni che si occupa di trasporti e logistica, un gruppo in crescita e soprattutto donna.
Ma la Artoni come presidente del consiglio, dicono i ben informati, o comunque con una carica di rilevanza in un partito, avrebbe anche un senso come catalizzatore di voti: potrebbe infatti attirare, secondo politologi e analisti, oltre ai voti dei moderati del “Terzo Polo” potrebbe attrarre anche molti degli indecisi e perfino alcuni moderati del PD.
Artoni naturalmente smentisce. Sembra di sentirla ancora nei microfoni di Ballarò che rivela “Non mi occupo di politica” ma in realtà avrebbe già imposto la sua linea per concorrere alle presidenziali: puntare sulla giovinezza, sulla femminilità e sull’impunità dei collaboratori. Alcuni nomi per il suo possibilie staff sono già magicamente apparsi: trattasi di Irene Tiragli, economista della fondazione di Montezzemolo, Luisa Todini, Silvia Noé, imprenditrice e consigliere regionale UDC.
Nel frattempo Artoni si occupa di lanciare il suo sito di informazione: Linkiesta.it, strategico per dire come la pensa senza avere cani sciolti sulla carta, ma guardiani dell’informazione sul web e soprattutto sull’iPAD.
Sì, perché chi guarda al futuro deve per forza guardare anche alle donne.
Per saperne di più ti consigliamo di leggere quest’articolo.
Scritto da M.F.
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